Il neo rettore Francesco Frati inaugurerà domani il 776° anno accademico dell’Università degli Studi di Siena. L’appuntamento è per le 10.30
Domani l’Università di Siena celebrerà l’inaugurazione del 776° anno accademico. L’appuntamento è per le 10.30, nell’aula Magna del Palazzo del Rettorato.
Ospite della cerimonia sarà il rettore dell’Università di Camerino, professor Flavio Corradini, che racconterà la situazione di emergenza in cui vive e lavora la comunità universitaria in seguito ai danni provocati dalle scosse sismiche che da agosto colpiscono la città. Un modo per creare un filo di solidarietà tra le università di Siena e Camerino, e per sostenere la campagna #ilfuturononcrolla, per la ricostruzione delle strutture danneggiate dell’ateneo marchigiano.
La cerimonia sarà anche l’occasione per salutare il personale dell’Ateneo andato in pensione nell’anno 2016: si tratta di 20 docenti e di 10 componenti del personale tecnico e amministrativo, ai quali il rettore Francesco Frati consegnerà la medaglia con lo stemma dell’Ateneo.
La cerimonia si aprirà come da tradizione con il corteo accademico e il Gadeamus Igitur, al quale seguirà un gesto dell’antica tradizione accademica, che quest’anno è stato voluto reintrodurre: i rappresentanti della goliardia consegneranno al rettore due fiaschi di vino e due panpepati. Questa tradizione è documentata nel diciassettesimo secolo ed è probabilmente anche più antica, risalendo ai momenti in cui il rettore dell’Ateneo era uno studente, al quale gli altri studenti rendevano omaggio.
Il cuore della cerimonia sarà la relazione del rettore, professor Francesco Frati, che per la prima volta inaugurerà l’anno accademico dell’Università di Siena.
Seguiranno le relazioni del rappresentante degli studenti, Alessio Pietropaolo, del rappresentante del personale tecnico e amministrativo, Maria Adelaide Tarquini, e la prolusione del professor Stefano Maci intitolata “Le frontiere della tecnologia dell’informazione e della comunicazione”.
A conclusione si terrà il saluto al personale andato in quiescenza.