Siena

A 39 anni dalla morte Monteroni d’Arbia ricorda Giuseppe Savastano ed Euro Tarsilli

Anche in questo periodo così complicato Monteroni d’Arbia e la provincia di Siena non si sono scordati del sacrificio dei carabinieri Giuseppe Savastano ed Euro Tarsilli, uccisi il 21 gennaio 1982 da terroristi dell’organizzazione sovversiva “Prima Linea”. Alle 11 , alla Chiesa dei Santi Giusto e Donato di Monteroni d’Arbia è stata celebrata la Messa in ricordo dei caduti.

“Saranno celebrazioni ridotte, ma non meno sincere e reali- ha detto il sindaco di Monteroni d’Arbia Gabriele Berni-. Io sarò presente anche a nome di ogni monteronese che avrebbe voluto esserci e come ogni anno la vostra vicinanza, anche se non fisica e prossima, sarà percepibile”.

Da quella giornata terribile sono trascorsi 39 anni. Quella mattina una cellula di Prima Linea aveva compiuto una rapina in una filiale del Monte dei Paschi alla periferia di Siena. Il comandante dei carabinieri di Murlo, il maresciallo Augusto Barna e i due giovanissimi militari della stazione di Monteroni, informati via radio dell’evento dalla centrale operativa, sulla base dell’intuizione che i malfattori avessero potuto darsi alla fuga a bordo della “corriera” che effettuava servizio di linea nella tratta fra Siena e Montalcino, la andarono a fermare.

Il Maresciallo Barna salì sul pullman a bordo del quale vi erano circa 30 viaggiatori, mentre Euro Tarsilli e Giuseppe Savastano, giovani carabinieri di leva, gli davano copertura posizionandosi ai lati del mezzo. Il sottufficiale individuò due persone sospette, quelle giuste, un uomo e una donna, e li invitò a scendere dalla corriera per il controllo dei documenti e la verifica di eventuali precedenti penali. Mentre i due scendevano dal mezzo, controllati dal Maresciallo Barna, un terzo uomo si accodava al gruppo.

All’improvviso questo tirò fuori una pistola che occultava dietro la schiena ed esplose una serie di colpi all’indirizzo dei militari che, immediatamente caddero, colpiti a morte.  Il maresciallo Barna rispose al fuoco, uccidendo un terrorista e ferendone un altro ma, a sua volta colpito, riuscì a trovare riparo in un caseggiato vicino.

Il terrorsita ucciso, trovato in possesso di 2 carte d’identità false, verrà successivamente identificato per Lucio Di Giacomo – nome di battaglia “Olmo” – appartenente all’organizzazione comunista combattente “Prima Linea”. La donna fatta scendere dal pullman, dopo la sparatoria alla quale presumibilmente anche lei aveva preso parte, risalì sull’autocorriera invitando alla calma i passeggeri, con le seguenti parole: “state fermi e non vi facciamo nulla. Siamo di Prima Linea”.

Successivamente, invitò un’altra giovane donna, rimasta sull’automezzo, a prendere la borsa con i soldi della rapina e a scendere. Il Commando si ricompose all’esterno e si allontanò in direzione di Buonconvento, a bordo di un automezzo abbandonato sulla strada dal proprietario, terrorizzato per quanto accaduto.

I terroristi troveranno asilo dapprima in una casa disabitata di Civitella Paganico, località Monte Verdi, e da lì, accompagnati da un ostaggio, cercheranno di arrivare a Grosseto. Ad Arlena di Castro (VT), 2 carabinieri della vicina stazione di Piansano, avendoli intercettati, intimarono loro l’alt e ingaggiarono un conflitto a fuoco. I 6 scapparono per i campi, lasciando un po’ di armi, la refurtiva e l’ostaggio che confermava il ferimento della terrorista al fianco e a una spalla. Verranno in seguito catturati.

marco crimi

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