A Eadicofani “Le commende stefaniane”

 

Radicofani

È un appuntamento che si lega al fascino degli ordini cavallereschi e della via Francigena, quello previsto nella sala della proloco di  Contignano, piazza della Torre, per domenica 4 novembre, alle ore 16. Nel borgo, che si trova nel Comune di Radicofani, sarà presentato il volume  “Le commende stefaniane”, curato dalla dottoressa Chiara Benedetta Rita Varisco, giurista e storica. Interverranno l’editore Mario Papalini (Effigi), l’assessore alla cultura del Comune di Radicofani Fausto Cecconi e Alessio Varisco, ufficiale dell’Ordine pro merito melitensi e Accademico di marina dell’Ordine di Santo Stefano. L’iniziativa, organizzata dal Comune di Sarteano e dall’istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano, serve a presentare una ricerca significativa. L’autrice si è occupata dell’istituto commendale, complesso a metà fra diritto canonico e diritto civile, nella sua evoluzione storica dalle origini alla soppressione ricasoliana. L’esame obiettivo è inoltre incentrato sulle intenzioni politiche del Duca Cosimo I de’ Medici di costituire un ordine equestre, marinaresco, votato alla difesa dei mari, sull’esempio dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta, e di costituire il consenso fra le classi più importanti del moderno Principato, somma di uno stato cittadino e della repubblica senese. Il Sacro Militare Ordine di Santo Stefano Papa e Martire, che oggi compie 450 anni, si arricchisce di quest’utile lettura giuridica sul fenomeno che determinò l’inizio e il successivo sviluppo dell’istituzione cavalleresca nel Granducato di Toscana e dei molteplici aspetti della divisione dei poteri, della precipuità della nobiltà toscana che si fonda proprio su l’istituzione di commende atipiche e peculiari di quest’area geografica. L’aspetto studiato è certamente uno dei meno noti che attiene alla storia delGranducato mediceo e lorenese. È senz’altro un lavoro pionieristico: esisteva solo una pubblicazione sulle commende risalente al 1991 in cui si considerava più l’aspetto della politica, che la prospettiva squisitamente giuridica di cui pochi avevano mai scritto. Fino alla metà del Cinquecento il “dare in commendam” era prassi conseguente alla crisi monastica e non una forma di esercizio del governo o dello Stato. Questo studio specialistico struttura un’analisi sul versante del “fenomeno giuridico”, evidenziando le specificità contrattuali. L’appuntamento, aperto a tutti, sarà presentato in maniera da risultare accattivante sia per i semplici appassionati della storia locale che per i  normali cittadini.