Siena

A Radicofani il ricordo di Vittorio Tassi e Renato Magi

Al cimitero comunale di Radicofani sono state deposte due corone sulle lapidi del carabinieri Vittorio Tassi e dell’aspirante allievo carabiniere Renato Magi,tutti e due partigiani combattenti uccisi nel 1944 dai tedeschi durante la Resistenza.

Presenti alla cerimonia il sindaco di Radicofani Francesco Fabbrizzi, i familiari delle due vittime, il presidente della provincia David Bussagli, il comandante provinciale dei carabinieri Angelo Pitocco, i militari della compagnia di Montalcino, rappresentanti dell’Associazione nazionale carabinieri e delle associazioni combattentistiche locali.

“Il Tassi ed il Magi, un binomio che, mentre fa onore alla Patria, ammonisce che, per quanto grandi possano essere gli interessi familiari e gli orizzonti di un uomo, la sua vita non ha valore se non è in continuo servizio della libertà della sua Terra e della rinuncia a misurare, per questo fine, sacrifici e pericoli-si legge in una nota dell’Arma-. Per l’altissimo senso del dovere e supremo sacrificio, al Carabiniere Tassi venne concessa la medaglia d’oro al valor militare, mentre al giovane Magi la medaglia di bronzo al valor militare, con le seguenti motivazioni: al partigiano carabiniere Vittorio Tassi “Comandante di una banda partigiana da lui stesso organizzata, compiva arditi colpi di mano contro l’oppressore. Arrestato assieme ad altri cinque partigiani e con essi destinato alla morte, in un supremo gesto di sublime altruismo smentiva, in qualità di capo banda, la loro appartenenza alla formazione e, dichiaratosi solo responsabile delle azioni compiute, dava eroicamente la sua vita per salvare quella dei compagni. Luminosa figura di elette virtù militari e di superba fratellanza umana spinta fino al supremo sacrificio.”; Al partigiano Renato Magi “Giovanissimo combattente della lotta di liberazione, si distinse per sete patriottica, per coraggio, per alto e nobile senso del dovere. Caduto prigioniero nel corso di un combattimento, benché duramente maltrattato e minacciato di morte, manteneva il segreto sui componenti della formazione partigiana. Vittima della sua esemplare lealtà, veniva fucilato dai tedeschi e cadeva da forte dopo essersi detto fiero di morire nell’adempimento del dovere.””, si legge.

marco crimi

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