A Siena la parrocchia ortodossa celebra Santa Anastasia con il cardinale Lojudice ed il metropolita d’Italia Polycarpos

Celebrata con grande solennità domenica scorsa santa Anastasia Romana titolare della parrocchia ortodossa del patriarcato di Costantinopoli in via della Sapienza a Siena. Giovane nobile romana che abbraccia il martirio pur di non tradire il suo Signore. Gremitissima la chiesa, un vero spaccato di popolo di Dio di varie età e provenienze nazionali.

Per l’occasione era presente il metropolita Polikarpos. Alla cerimonia ha preso parte anche il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena- Colle di Val D’Elsa-Montalcino.

“Appena entrati in chiesa, – spiega il diacono Renato Rossi, responsabile del Servizio per l’ecumenismo dell’arcidiocesi – all’arcivescovo è stato donato un mazzo di rose bianche, cui è seguito il saluto con il metropolita. Entrambi hanno affermato che una sola Pasqua all’anno non ci basta, ma come sia necessario un appuntamento settimanale perché le comunità possano crescere, fortificarsi e testimoniare il Risorto, il mondo ha bisogno di cristiani che testimoniano la propria fede in un mondo lacerato dalle guerre e desideroso di una vita migliore. Il metropolita ha donato un’icona all’arcivescovo che poi è uscito per i vari impegni pastorali che lo attendevano”.

“Ha avuto inizio – aggiunge Rossi – quindi la Divina Liturgia che è durata oltre due ore con attiva partecipazione dei fedeli, soprattutto con prostrazioni fino a terra, segni di croce, candeline, offerte, preghiere corali; una partecipazione diversa da quella delle nostre comunità che evidenziano maggiormente il protagonismo occidentale. Non per niente san Giovanni Paolo II affermava che l’ Europa avrebbe dovuto respirare con i suoi due polmoni”.

“Nell’omelia che viene fatta a conclusione della celebrazione – continua Rossi – Polikarpos ha ricordato che San Giovanni Crisostomo diceva che la chiesa è un ospedale perché sana le ferite fisiche e spirituali, ma anche una fabbrica, una fabbrica di santi. Ha fatto seguito un pranzo comunitario che mi ha permesso di confrontarmi con il metropolita su tante problematiche, dalle guerre in Ucraina e in Terra Santa agli aspetti ecumenici che interpellano i cristiani oggi”.