A Siena manca il personale specializzato. E preoccupa il gap tra domanda e offerta di lavoro

Una discrepanza del 51% tra la domanda e l’offerta di lavoro, un dato che nel nostro territorio ha toccato il picco.

A svelarlo è il segretario generale della Camera di Commercio Marco Randellini. Le ragioni di questi numeri? “La mancanza di una formazione specialistica e l’eccesso di domanda. Un eccesso che comunque sta rientrando, dopo la ripresa delle attività, a causa del caro energia”, spiega Randellini. “Le aziende -aggiunge- cercando ragazzi che abbiamo competenze Stem, ma purtroppo a questa richiesta c’è poca risposta”. La soluzione dunque può essere data dai percorsi degli Its a cui l’Ente guarda con attenzione.

Quanto al tema dell’occupazione l’allarme del segretario generale si legge nei numeri delle assunzioni. “Anche per settembre-novembre prevediamo un meno 430 unità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”, aggiunge il segretario. Per ora, nella prima parte del 2022, il decremento del numero degli occupati è stato del 3%. “Ma bisogna comprendere – prosegue Randellini- che turismo, Horeca e manifatturiero hanno numeri stabili. Le flessioni sono forti in agricoltura”. Quarantamila sono invece i contratti di avviamento, ma la metà è a tempo indeterminato.

Lancia segnali d’allarme anche il presidente dell’Ente Massimo Guasconi. “Dopo un periodo di ripresa che c’aveva fatto intravedere un recupero straordinario adesso temo che l’autunno e l’inverno saranno negativi per le aziende – spiega-. Le imprese stanno facendo di tutto per fronteggiare il caro energia, ma vediamo che non riescono a coprire le perdite”

Un fattore questo che, secondo Guasconi, colpisce anche la competitività delle aziende. “Il Made in Italy, grazie alla sua qualità, si stava rivelando come il fenomeno economico del nostro export. Le imprese però sono rimaste sole, quando la Ue dovrebbe invece salvaguardare i nostri prodotti, a combattere una bassa guerra commerciale”. Conclude Guasconi: “Nel medio-lungo periodo riusciremo a farcela ma adesso, anche con l’aumento dei costi delle materie prime, è difficile competere”.

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