Si è svolto in provincia un importante incontro tra l’ente e le associazioni di donne del territorio per decidere quali interventi mettere in campo per contrastare la ancora troppo diffusa abitudine di “stereotipare per genere”.
Con delibera della regione Toscana n. 416 dello scorso aprile è stata infatti finalmente rifinanziata la L.R. n. 16/20109 “Cittadinanza di genere”, che fino al 2015 aveva promosso la realizzazione di interventi finalizzati al raggiungimento di una piena parità di genere, lavorando soprattutto con progetti rivolti alle scuole di ogni ordine e grado del territorio provinciale, sul tema del contrasto agli stereotipi e della costruzione di identità libere ed autodeterminate.
Al di là della limitata entità del finanziamento, che ammonta a 10mila euro, si ritiene importante che la regione Toscana, oltre a ribadire la propria volontà di agire sul terreno della lotta agli stereotipi, abbia nuovamente posto al centro delle politiche di genere le province, sottolineandone il ruolo di promozione e coordinamento rispetto alle azioni da realizzare nei territori, in piena sintonia con quanto stabilito dalla legge n. 56/2014 che prevede tra le competenze fondamentali la “ promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale”.
Per Siena, questa nuova opportunità, rappresenta un continuum con le attività realizzate negli anni passati, sempre grazie ai finanziamenti della legge 16/2009, e che si sono concretizzate in interventi di contrasto agli stereotipi di genere nelle scuole del territorio, coinvolgendo studenti e studentesse, corpo docente e genitori. Nell’anno scolastico 2014/2015, ultimo anno dei finanziamenti regionali, sono stati interessati dai progetti quasi 3.000 tra studenti e studentesse, appartenenti a scuole di ogni ordine e grado.
Il nuovo progetto si pone in continuità con quanto realizzato fino ad ora, nel senso che , innanzitutto, si pone l’obiettivo di contrastare gli stereotipi di genere, che ancora limitano e condizionano la vita di donne ed uomini. Inoltre nasce all’interno di un percorso di partecipazione e concertazione con le istituzioni e le associazioni delle donne, con cui sono stati condivisi finalità e strumenti di intervento. Cambia, invece il target di riferimento, in quanto visti i tempi a disposizione per la realizzazione delle attività, che devono concludersi entro dicembre 2019, il progetto non si rivolge esclusivamente alle scuole, ma anche ad altre platee di destinatari.
Ovviamente le scuole restano il soggetto “naturale” cui indirizzare interventi di promozione della parità e del rispetto tra i generi, dato il loro ruolo fondamentale nel processo formativo e l’importanza della trasmissione di un sapere libero da pregiudizi.
Accanto alla scuola, il progetto si rivolge al mondo sportivo, dove ancora oggi sopravvivono atteggiamenti e linguaggi stereotipati rispetto al maschile e al femminile, che sembrano resistere anche al di là di quello che la realtà esprime, con figure di sportivi e sportive che escono fuori dalla “gabbia” del genere, come nel caso di Giorgio Minisini, atleta di nuoto sincronizzato.
Il terzo ambito di intervento sarà quello delle amministratrici e degli amministratori. Ben 29 Comuni su 35 andranno alle elezioni in questo mese di maggio, e l’obiettivo è quello di iniziare con la nuova classe politica un percorso di riflessione sul fatto che amministrare significa rispondere alle esigenze di una comunità composita e complessa, che deve essere letta in modo plurale per dare dignità e cittadinanza alle molteplici differenze che la animano, a partire dalla differenza di genere e dalla consapevolezza che il genere è una costruzione sociale.
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