A pochi giorni dalla decisione in sede Europea sull’eventuale applicazione del bollino nero F del Nutriscore (cioè come alimento cancerogeno) sul vino e su tutte le bevande alcoliche, sale la tensione.
A Strasburgo il 15 febbraio si voterà sull’applicazione del Nutriscore un sistema ampiamente applicato in altri paesi, che segnala ai consumatori quanto un alimento sia dannoso per la salute, secondo una determinata scala. All’analisi ha lavorato lungamente un’apposita Commissione Europea (Beca – beating cancer cioè sconfiggere il cancro) composta da eurodeputati, per redigere un rapporto finalizzato ad un piano d’azione europeo contro i tumori, il cd “Cancer Plan”.
Il vino, secondo questa analisi, verrebbe contrassegnato come cancerogeno, e l’adozione del piano comporterebbe l’applicazione sulle bottiglie del bollino nero e delle avvertenze dei rischi per la salute del consumatore, come nei pacchetti di sigarette. La cosa potrà forse far sorridere qualcuno di voi, ma la faccenda ha dei risvolti piuttosto seri.
Gli effetti di una simile politica, non solo si andrebbero a ripercuotere sui mercati – soprattutto esteri – causando perdite immani, ma inciderebbero anche sull’erogazione in sede Europea dei contributi promozionali alla filiera vitivinicola.
Per questo motivo 150 Eurodeputati hanno presentato 4 emendamenti al Cancer Plan, contestando soprattutto il punto secondo il quale non esiste un livello di consumo sicuro per la salute del consumatore. Non si fa cioè una distinzione tra abuso di alcol e consumo moderato, come ha sottolineato la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides che ha commentato: “Questa differenza, deve essere messa in risalto anche all’interno della relazione della commissione speciale contro il cancro (Beca) dell’Europarlamento” (fonte Il Sole24ore). Strenui sostenitori di queste modifiche sono Herbert Dorfmann e Paolo De Castro, tra i primi firmatari dei quattro emendamenti alla relazione.
“Grazie al sostegno di oltre 150 colleghi appartenenti quasi esclusivamente ai tre Gruppi politici della “maggioranza Ursula” – dicono i due europarlamentari – siamo voluti intervenire sul testo del rapporto, chiedendo una differenziazione tra uso e abuso di alcol”. Secondo le stime dell’Unione italiana Vini, l’adozione del piano comporterebbe la contrazione dei consumi del – 25-30% ma ancora maggiore sarebbe quella del fatturato del comparto, che calerebbe del 35% per un controvalore di quasi 5 miliardi di euro l’anno.
Inoltre, l’adozione del Cancer Plan per il vino, porterebbe a un drastico taglio dei contributi alla filiera per le azioni promozionali, oltre a causare un danno d’immagine incalcolabile per il Belpaese.
Stefania Tacconi