Per il senese le conseguenze più pesanti per le aziende si concentrano ad Abbadia San Salvatore sull’Amiata (454 mila euro). Le stime dei danni ci sono – per quanto riguarda le somme urgenze e le imprese non agricole anche molto puntuali – ed oggi la Regione, neppure una settimana dopo le piogge e l’ondata di maltempo che si è abbattuta sabato scorso sulla Toscana, invierà tutto a Roma, a supporto delle richiesta di dichiarazione di stato di emergenza nazionale. Tra i territori maggiormente colpiti ci sono anche l’Empolese e la Valdelsa fiorentina, dove sopralluoghi sono avvenuti nei giorni scorsi. Ma sono la Val di Chiana ed Arezzo che hanno patito le maggiori perdite e conseguenze e lì stamani, nella sede del Genio civile regionale, il presidente della Toscana ha incontrato sindaci, presidenti di Provincia e associazioni di categoria, anche senesi. Con lui c’erano gli assessori alle attività produttive Stefano Ciuoffo e alle infrastrutture e trasporti Vincenzo Ceccarelli.
Entro un mese – agosto di mezzo permettendo – è attesa la risposta del Consiglio dei ministri. Per quanto riguarda lo stato di calamità, che interessa il mondo agricolo, i tempi sono in genere un po’ più lunghi: quattro o cinque mesi. Ma da subito (ed entro meno di venti giorni) le imprese devono comunicare i danni subiti attraverso i moduli già disponibili sul portale di Artea, pena l’esclusione dagli eventuali rimborsi futuri.
A ritmi serrati la prima istruttoria toscana è comunque già è conclusa, in appena cinque giorni. “Ed il quadro che emerge è preciso e piuttosto preoccupante” sottolinea il presidente della Toscana Enrico Rossi, che ringrazia gli uffici dei Comuni, della Camera di Commercio, del Genio Civile, dei Consorzi idraulici, della Provincia e le associazioni di categoria per il lavoro svolto in modo accurato e veloce. “Spero che anche il Governo sia altrettanto sollecito e rapido” si augura.
Messa in sicurezza e poi altri 15 milioni urgenti
Le spese ammonteranno a 300 mila euro per l’ Amiata Grossetana e nel senese. A questi si sommano gli interventi urgenti per ridurre i rischi futuri: 15 milioni di euro la spesa ipotizzata. “Opere che si aggiungono ad interventi già realizzati: non siamo certo all’anno zero” precisa ai giornalisti in conferenza stampa Rossi. “Se ci venisse riconosciuto lo stato di emergenza nazionale – prosegue – , tra dicembre e gennaio potremmo già appaltare i lavori. Altrimenti li faremo lo stesso, ma con le normali procedure servirà più tempo: forse almeno un anno”.
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