Il 5 settembre 1972, a Monaco di Baviera, gli atleti israeliani presenti per le Olimpiadi vengono sterminati. L’organizzazione terroristica che compie il tragico atto è denominata “il settembre nero” e le ripercussioni, anche a Siena si videro immediatamente. Quando si corse il Palio straordinario del 17 settembre e quando cominciò a girare il timore che avrebbe potuto esserci un attentato di matrice terroristica islamica in Piazza, i dintorni del Campo furono militarizzati: poche ore prima della corsa un intero battaglione dell’esercito era schierato in Piazza del Mercato, armi alla mano, pronto ad intervenire. E anche se pochi se ne accorsero (ma noi che lavoravamo nelle testate giornalistiche lo sapevamo) perché i servizi di intelligence avevano agito con accortezza, i Palii del 2001, dopo l’episodio delle Twin Towers, videro la presenza in Piazza di un nugolo di agenti in borghese che controllavano ogni metro quadro del mattonato. Indietro nel tempo misure di sicurezza clamorose e inedite. Ma se andiamo indietro nel tempo in ogni momento di tensione politica attorno al Palio, Non è la prima volta che intorno al Palio si accendono la paura e l’attenzione delle autorità incaricate di garantire la sicurezza. Nel 1847, nel pieno della temperie risorgimentale, con le bandiere dell’Aquila e della Tartuca fischiate e vilipese perché incolpevolmente assonanti con quella austriaca e, al contrario, con i colori dell’Oca osannati per il richiamo al Tricolore, una lettera anonima minacciò lo scoppio di una mina durante la carriera e nel luglio del 1850 una guarnigione austriaca, come ci racconta Alessandro Falassi, presidiò per tutta la durata del Palio la Piazza attestandosi in assetto di guerra fra il Casato e la Costarella. Da sempre sappiamo che il Palio può essere una manifestazione ad alto rischio. Da sempre siamo coscienti del fatto che basterebbe, non diciamo una bomba, ma un banale petardo scoppiato in Piazza durante una prova per suscitare un disastro. Uno scoppio e qualche migliaio di persone si ammazzano da sole per fuggire. Le modalità del terrorismo sono diverse, adesso. Le misure di sicurezza, anche adesso, necessarie, benchè talvolta ci facciano storcere il naso. L’unica alternativa sicura sarebbe non fare più il Palio, ma allora chiudere anche gli stadi, fermare i concerti e ogni tipo di occasione di incontro. E a quel punto i terroristi (qualsiasi tipologia si nasconda dietro a questa parola) avranno vinto e si sarà perduto qualcosa di ancor più prezioso del nostro Palio. Si sarà perduta la guerra della cultura civile. Pillola strana stamani ma è per riflettere insieme che la storia, le vicende sociali e politiche, allarmi e momenti di crisi, nazionali e internazionali, hanno messo tutti “gli zoccoli” sul tufo.
Maura Martellucci
Roberto Cresti
Foto presa da Youtube
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