Dieci allievi, seguiti da nove maestri di caratura internazionale, alla ricerca del nuovo Ennio Morricone: è la missione dell’Accademia Chigiana nella seconda edizione del “Film scoring intensive program”, il corso dedicato alla realizzazione di colonne sonore, realizzato in collaborazione con Toscana film commission e con la Regione.
La colonna sonora, negli anni, è diventata sempre più importante nel mondo del cinema, valorizzando scene e intere pellicole, che senza determinati suoni, non sarebbero mai diventate immortali. Ieri al Nuovo cimena Pendola, sono stati presentati i lavori definitivi degli allievi.
“Il suono e l’immagine sono due elementi che ormai vanno di pari passo – spiega il codirettore del corso, Antonio Artese -. I nostri allievi hanno dovuto realizzare, in questa seconda edizione, delle colonne sonore, prendendo spunto dai più importanti film del cinema moderno, e siamo molto soddisfatti del risultato definitivo. Ci tengo a ringraziare in modo particolare i nove maestri, provenienti da tutto il mondo, persino da Hollywood, che hanno accompagnato i ragazzi in questo intenso corso”.
Ennio Morricone, Nicola Piovani, Angelo Lavagnino, Nino Rota: sono alcuni dei principali interpreti della musica da film, che sono usciti dall’Accademia Chigiana e che successivamente hanno calpestato i più importanti palcoscenici, arrivando vincere il Premio Oscar. Chi sarà colui il prossimo gioiello della Chigiana?
“Sono orgoglioso perché di dieci ragazzi siamo riusciti a mischiare sette diverse nazionalità – spiega il direttore amministrativo dell’Accademia musicale Angelo Armiento -. Credo sia importante avere più culture, perché ci permette di ampliare i nostri orizzonti e di arrivare il più lontano possibile, anche solo con l’immaginazione e la fantasia, che sono qualità fondamentali nella realizzazione di un brano da film. È dagli anni 40 che l’Accademia Chigiana porta avanti questa tradizione del suono e dell’immagine, e l’obiettivo è quello di portare avanti ancora per molto tempo questa cultura e questo genere musicale”.
Pietro Federici