Dopo la segnalazione da parte di un nostro lettore sulla situazione dell’Acqua Borra – pubblicata dal nostro giornale in un post sui social- è arrivata la risposta della famiglia Saputo, tra i soci titolari del ristorante dell’Acqua Borra, che intende fare chiarezza sul motivo dello stato attuale in cui versano le sorgenti termominerali.
“E’ vero: ci sono delle vasche dove si sta accumulando fango, ma nessuno dice che non abbiamo contributi da Comuni o altri enti per mettere apposto – spiegano-. La nostra attività è chiusa da ottobre, abbiamo sei dipendenti e, ad essere sinceri, preferiamo dare i soldi a loro e non a ditte specializzate nel pulire il fango”.
Alla questione si aggiungono ulteriori nodi da sciogliere. “Nessuno lo sa, ma dalla Regione c’è stato detto che l’Acqua Borra è un sito di interesse comunitario – proseguono-. La Toscana ci ha diffidato, con una Pec del 2019, a tagliare l’erba. Si vuole che questa cresca incolta, in modo da ristabilire il vecchio ambiente naturale della zona”.
La famiglia Saputo non si ferma qui: “Nel 2015, volevamo che il corridoio, che ora si è riempito di fango, andasse a finire nel torrente Malena”, aggiungono. Il motivo? “Sapevamo che così non ci sarebbero stati accumuli di fango. La Regione però c’ha imposto che ad un certo punto l’acqua dovesse avere un suo decorso naturale in modo che si creassero acquitrini e paludi, come era in precedenza”. I Saputo continuano: “Anche se avessimo centinaia di migliaia di euro da spendere non potremmo, rischiamo di essere denunciati” , e ribadiscono “l’acqua deve fare il suo decorso e creare l’acquitrino, questo è ciò che è attualmente in corso”.
A tal proposito i gestori del ristorante Acqua Borra hanno anche sottolineato che, in occasione delle celebrazioni per la battaglia di Monteaperti( il 4 settembre ndr.), “abbiamo sempre manutentato le vasche”, ma dopo quanto accaduto con la Regione “nemmeno il comune di Castelnuovo Berardenga è potuto intervenire per fare la pulizia. Ce lo ha spiegato il sindaco Fabrizio Nepi l’anno scorso, durante un colloquio”.