A febbraio, a causa del lockdown che ha investito il Paese forse un po’ in sordina rispetto a quanto avrebbe meritato, è uscito nelle librerie “Acuti Silenzi”, di Salvatore Sanfilippo, edito da Albatros. Si tratta della prima raccolta di poesie pubblicate dal poeta di Civitavecchia che ha trascorso due anni della sua ancora giovanissima vita a Siena, per motivi tutt’altro che letterari. A settembre 2015, quindicenne, giunse infatti nella città del Palio per giocare come portiere nelle giovanili del Siena. “Era una ragazzino più maturo della sua età – lo descrive Paolo Bechini, allora suo preparatore – Dal punto di vista tecnico era bravissimo, anche se quando giunse era demotivato a causa della sua precedente esperienza negativa alla Lazio. Gli feci il provino, mi resi conto immediatamente di quanto valesse e in breve costruimmo un ottimo rapporto di stima e fiducia, al punto che io fui tra i primi ad avere il piacere di leggere le sue poesie. Lo incoraggiai, dal momento che mi parvero da subito molto interessanti. Era generoso in campo e fuori, con valori che non sempre si incontrano nei ragazzi di oggi. Purtroppo la sua permanenza a Siena si interruppe presto perché fu ceduto, nonostante le sue doti tecniche che gli permisero di mettersi in luce anche nella squadra Primavera, che con lui in porta aveva vinto il campionato.” A Siena, Salvatore ha frequentato la seconda e la terza classe dell’Istituto Tecnico Tito Sarrocchi, specializzazione di Elettrotecnica. “La professoressa Semplici – afferma il giovane poeta, parlando della sua docente di Letteratura – è stata capace di appassionarmi a Dante, mostrandomelo sotto una luce che mi ha entusiasmato. Se poi si aggiunge che ci chiese di leggere un libro sulla Battaglia di Montaperti che mi aprì gli occhi sul Medio Evo, le sue lotte e il modo di vivere che caratterizzava quell’epoca, posso dire che quest’insegnante e la scuola hanno avuto un grande ruolo nel mio attuale percorso.” Un percorso che si caratterizza per la scelta della scrittura e della letteratura percepita come via di fuga dalla noia e dal malumore della quotidianità. Sanfilippo, a luglio del 2019, si è diplomato e nell’estate dello scorso anno si è dedicato alla scrittura di poesie nuove nel loro linguaggio antico. Dopo avere scritto per anni poesie in uno stile più semplice, infatti, il giovane ha scelto di intraprendere un cammino diverso. Lo stile della raccolta è, infatti, insolito, almeno per un ventenne, perché affida i suoi pensieri più intimi, centrati sul tema dell’amore che, come lui stesso specifica dantescamente, “move il sole e l’altre stelle”, ad una lingua apparentemente nuova, che affonda però le radici nel volgare del Duecento, fatta di termini e di espressioni desuete che Salvatore ha scelto di riesumare per farne conoscere la bellezza a tutti, ma soprattutto ai suoi coetanei. “La mia passione – dichiara Sanfilippo – nasce dallo studio approfondito dei grandi della poesia, da Dante fino a Baudelaire. Di quest’ultimo ho amato tanto i contenuti, ma non ho potuto apprezzarne la musicalità che invece cerco di rendere al meglio nelle mie liriche. Il lessico particolare delle mie poesie nasce spontaneamente in me e anche per ciò che attiene la metrica, non seguo le regole.” Per quanto riguarda il futuro, Sanfilippo, che continua ad essere il ragazzo che ha ancora tanti amici a Siena, l’appassionato di calcio che non ha appeso le scarpette al chiodo anche se non pratica più il professionismo e il giovane amante del mare e delle immersioni subacquee, pensa a nuove pubblicazioni “Le poesie sono il mio cavallo di battaglia, ma mi rendo conto che molte persone preferiscono la narrativa così ora mi sto dedicando a quella e ho in programma di pubblicare un romanzo, una novella e un poema.” Non poco, per un ventenne appena diplomatosi in un Istituto Tecnico.