Il 23 luglio il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il ministro dell’Interno Angelino Alfano hanno rispettivamente firmato e controfirmato il decreto che permetterà alle unioni civili di diventare realtà. La firma è arrivata dopo il parere favorevole del Consiglio di Stato. Il decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, è entrato in vigore a partire dal giorno seguente. Entro cinque giorni il Ministero dell’Interno dovrà poi provvedere all’approvazione delle apposite formule di rito e della modulistica. Si trattava dell’ultimo atto mancante dopo l’approvazione della legge alla Camera avvenuta lo scorso 11 maggio con 372 voti favorevoli, 51 contrari e 99 astenuti.
Dopo l’emanazione del decreto, il sindaco di Siena Bruno Valentini ha espresso la propria soddisfazione attraverso un post su Facebook, definendolo “un atto di civiltà”. Il primo cittadino ha poi aggiunto che “ad agosto il Comune di Siena sarà pronto per celebrare le prime unioni civili”. Attesa finita invece per quanto riguarda le convivenze di fatto: questa mattina, sempre attraverso i social, il sindaco Valentini ha fatto sapere che “è pienamente operativa la procedura per la registrazione, disciplinata dalla stessa legge (quella che ha istituito le unioni civili, ndr). (…) La settimana scorsa ha avuto luogo la prima dichiarazione di convivenza di fatto, fra persone di sesso diverso, con la quale sono stati definiti reciproci impegni fra i partner e precisi diritti sia in campo sanitario che previdenziale”.
Scendendo nel dettaglio, il decreto attuativo stabilisce che si possono unire civilmente due persone di maggiore età, attraverso una richiesta congiunta all’ufficiale dello stato civile di un Comune a scelta. L’ufficiale redige verbale della richiesta e lo sottoscrive, insieme alle parti. La coppia sceglie così una data per la “dichiarazione costitutiva dell’unione”. Entro 15 giorni dalla presentazione della richiesta, l’ufficiale dello stato civile deve verificare che non sussistano impedimenti all’unione. Nel giorno stabilito, la coppia si reca con i testimoni in Comune per rendere “personalmente e congiuntamente” la dichiarazione di voler costituire un’unione civile. Gli atti vengono poi trascritti sia sul registro delle unioni civili – che dovrà essere istituito presso ciascun Comune – che sull’atto di nascita di ciascuno dei contraenti. La coppia può optare per il regime patrimoniale della separazione dei beni così come per quello di comunione. Può inoltre essere indicato un cognome comune ed entrambi possono chiedere di anteporlo o posporlo al proprio. Al termine della celebrazione, alla coppia unita civilmente verrà consegnato un documento che attesta la costituzione dell’unione.
Il testo di legge sulle unioni civili – che avevamo analizzato in un precedente articolo – prevede una sostanziale equiparazione con i diritti derivanti dal matrimonio, fatta eccezione per l’obbligo di fedeltà e la possibilità di adozione. Dal testo, che inizialmente prevedeva la stepchild adoption, è stato eliminato ogni riferimento alle adozioni in seguito all’accordo fra il Partito democratico e il Nuovo centro destra di Alfano. Nel silenzio della legge, resta comunque aperta la possibilità per i giudici di disporre l’adozione anche da parte di una coppia di persone dello stesso sesso in casi eccezionali, come confermato da una recente sentenza della Corte di Cassazione: si tratta di situazioni particolari in cui – alla luce di una rigorosa indagine – viene emanato il provvedimento di adozione nel “preminente interesse del minore”. Per il resto, le parti acquistano gli stessi diritti – ed obblighi – derivanti dal matrimonio civile.
Giulio Mecattini