La plastica non serve più per imballare il pesce nei banchi frigo del supermercato. Si possono invece usare scarti di gamberi, scampi e aragoste.
Grazie al mare l’Università di Siena sta portando avanti un progetto di economia circolare all’avanguardia che si chiama Fish4Fish, che è finanziato dalla Comunità europea, ed è nato da una collaborazione tra Italia e Spagna.
Deus ex-machina di questa idea innovativa è la professoressa Rebecca Pogni, docente del Dipartimento di biotecnologie, chimica e farmacia. “Dobbiamo considerare che la parte commestibile di un gamberetto è poco più del 30%, mentre resta il notevole scarto costituito dal carapace -spiega-. Ci sono però delle componenti di questi animali che possono riessere utilizzate: noi, per esempio, usiamo la chitina, uno dei biopolimeri più abbondanti in natura, e poi la trasformiamo in chitosano. Usiamo poi anche materiale come la lignina per ottenere una sostanza che ha proprietà antimicrobiche, antiossidanti e fertilizzanti”.
Il materiale da packaging ottenuto possiede quindi diverse proprietà: “Per esempio può aumentare il tempo di conservazione del pesce fresco presente nei banchi frigo. E lo stesso può valere anche per la carne”, ha proseguito Pogni. “Non c’è solo questo però: questo tipo di packaging è totalmente biodegradabile e produce un compost di qualità – continua la docente-. Per cui il nostro progetto potrebbe essere a impatto zero per l’ambiente”.
Inoltre, aggiunge la professoressa, “Fish4Fish dà il proprio contributo per poter raggiungere quattro degli obiettivi di sviluppo sostenibile: quello sull’innovazione industriale; la creazione di modelli di sviluppo e produzione sostenibili; la lotta al cambiamento climatico; la conservazione degli oceani, dei mari e delle risorse marine. E potrebbe dare un grande aiuto anche nell’ambito del programma Horizon Europe”.
I 70 prototipi delle bioplastiche sono ora sperimentati da una business company iberica, partner di Fish4Fish, che può contare su 200 aziende attive nel campo della produzione e distribuzione ittica. “Stiamo facendo i test sulla biodegradabilità, sulla computabilità e cerchiamo di ottenere anche dati sull’impatto ambientale e sull’uomo”, dice ancora Pogni.
Per ottobre è infine prevista a Vigo, in Spagna, la presentazione del progetto in un evento dove saranno presenti anche gli stakeholder perché, fa sapere Pogni, “su Fish4Fish c’è già l’interesse delle aziende.
MC