Presentato questa mattina presso la Sala Italo Calvino del complesso Santa Maria della Scala, di Siena, è stato presentato il progetto “La condizione adolescenziale a Siena” a cura del Comune di Siena e della Fondazione Charlie Onlus. L’analisi è stata strutturata attraverso duecento interviste e dodici colloqui approfonditi con adolescenti che vivono a Siena e con operatori sociali senesi.
Hanno partecipato alla tavola rotonda l’assessore al Sociale del Comune di Siena Francesca Appolloni, l’assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Siena Clio Biondi Santi, l’assessore regionale alla Sanità Simone Bezzini, il presidente della Fondazione Charlie Angelo Migliarini, il presidente della commissione consiliare Pari Opportunità del Comune di Siena Massimo Bianchini e lo psicologo e docente presso l’Università Cattolica di Milano, Alessandro Amadori che ha avuto il compito di presentare la ricerca alle scuole senesi presenti all’incontro con circa duecento studenti.
Gli intervistati Il campione esaminato è composto al 50 per cento da maschi e al 50 per cento da femmine, suddiviso per fasce di età: 34 per cento 15-17 anni, 29 per cento 18-19 anni, 38 per cento 20-24 anni. Le interviste hanno restituito un’immagine di Siena come città isolata geograficamente, sia rispetto alle altre città della Toscana e d’Italia, sia rispetto ai centri della sua stessa provincia.
L’isolamento geografico ha prodotto, nei secoli, e continua a mantenere ancora oggi, una particolare idiosincrasia socio-culturale che fa di Siena, una città-isola che, per certi versi, è completa in se stessa e fornisce una cornice di inclusione e protezione che dura per tutto il ciclo di vita dei suoi abitanti, dalla nascita alla morte.
Questo però, in realtà, è vero solo per una parte di Siena: il suo centro storico, per il sistema delle Contrade che costituisce un contesto antropologico davvero originale e irripetibile.
Al di fuori del centro storico, rimasto per molti aspetti poco permeato dai processi di trasformazione sociale che hanno rivoluzionato la fisionomia di altre città italiane, è però cresciuta anche a Siena una periferia, in cui vive un popolo diverso, e distinto, da quello dei contradaioli.
Centro e periferia Un popolo maggiormente suddiviso in comunità etniche, una sorta di seconda Siena. Questa analisi pone la città nella condizione, un po’ paradossale, di riprodurre su scala “micro” quello che è lo schema tipico delle città metropolitane: un centro benestante, conservatore, autoctono, e una periferia marginalizzata con perdita di identità culturale, minore reddito, minori opportunità complessive. Siena, attraverso la percezione dei giovani, viene descritta come una città in cui si vive una tranquilla vita di provincia, con un elevato senso di appartenenza e con una buona qualità complessiva, ma anche con pochi stimoli, la maggioranza dei ragazzi si dichiarano soddisfatti, ma solo parzialmente felici.
Conflitti e bullismo Gli adolescenti senesi presentano un’immagine di sé decisamente positiva: descrivono se stessi come persone forti (87%), ottimiste (84%) e sicure (86%). Evidenziano però diverse contraddizioni: amano il posto in cui vivono (89%), ma se potessero andrebbero via (39%); in quota solo molto marginale dichiarano di essere in conflitto con i genitori (8%), ma più di un quinto andrebbero via di casa. Sono tutti attaccati alla famiglia, consapevoli dell’importanza dell’istruzione, e in assoluta maggioranza (92%) dichiarano di essere soddisfatti della propria vita; se però devono dare un valore alla propria felicità, su scala da 1 a 100 la media raggiunge solo 61,8, e per le ragazze 55,8. Il bullismo sembra presente in modo non marginale: il 9% dichiara di averlo subito negli ultimi due anni, il 4% negli ultimi due mesi.
Giovani e tempo libero I giovani senesi sono grandi utilizzatori del web, delle chat e dei social, nonché della televisione; ma anche discreti ascoltatori della radio e lettori di quotidiani e riviste. Ben 8 su 10 dichiarano di praticare uno sport almeno una volta alla settimana; 2 su 10 fumano almeno qualche volta, e quasi la metà bevono alcool almeno qualche volta, 14% gradisce bere con gli amici anche alcool. Il 42% frequenta una contrada, soprattutto i maschi (49%) e i più giovani (50% tra 15 e 17 anni). I giovani senesi sono orgogliosi di Siena e della sua cultura, la percepiscono a misura d’uomo e il 92% reputa che permetta un’alta qualità della vita. Circa la metà, tuttavia, pensa che Siena non sia una città per giovani, che abbia poche occasioni di svago e incontro pensati per loro. Le occasioni di lavoro per i giovani sono assenti per la maggioranza (64% degli intervistati). La sicurezza non sembra un problema, anche se il 10% dichiara di essersi sentito in pericolo per la presenza di baby gang.
La contrada La contrada è vissuta in modo positivo; divertente, anche se un po’ rigida, piace all’85% dei giovani contradaioli intervistati, con un gradimento massimo tra quanti hanno appena raggiunto la maggiore età (96% per i 18-19enni), un interesse che tende a scemare tra i più adulti (68% il gradimento nella fascia 20-24 anni). La ricerca svolta conferma l’assoluta specificità del territorio senese, in termini di tradizioni culturali e organizzazione sociale. Siena è veramente una città-isola che, per via dell’isolamento geografico, ha potuto far nascere e mantenere nel tempo un’originalissima cultura locale. Avente come baricentro quel particolare “corpo intermedio” che è la contrada.
“L’indagine della Fondazione Charlie conferma come l’amministrazione sia sulla buona strada anche grazie alla collaborazione sinergica attuata tra sociale e politiche giovanili – spiega l’assessore al Sociale del Comune di Siena Francesca Appolloni – emerge in maniera molto chiara che i nostri adolescenti tengono alle amicizie e alla famiglia, ed è un dato importante da sottolineare. La risposta del Comune rispetto alle richieste emerse è più che favorevole, tra gli obiettivi quello di mettere in campo nuove forze e nuovi strumenti per i nostri giovani”.
“Come politiche giovanili ci siamo molto impegnati, anche in questi ultimi mesi, nell’apertura di nuovi CAG (centri aggregazione giovanili) in diversi quartieri cittadini, tra gli ultimi San Miniato e Ravacciano – aggiunge l’assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Siena Clio Biondi Santi – abbiamo cercato di costruire una rete nonostante i difficili anni del Covid che hanno rallentato il nostro percorso. Nelle scuole stiamo organizzando dei corsi di formazione che avvicinino i giovanissimi al mondo del lavoro. Molto successo è stato riscosso dal alcuni corsi dedicati alla street art e all’arte di strada in genere, una passione ma anche un lavoro volendo. Strumenti e consapevolezza delle proprie capacità in questo un’amministrazione può fare molto”.
“Quello di oggi un momento di riflessione interessante per il mondo della scuola e dei nostri giovani – commenta l’assessore regionale alla Sanità Simone Bezzini – è vero che nei nostri comuni c’è una buona qualità della cita, come sottolineano le ultime classifiche nazionali, ma il lavoro deve essere continuo, mai abbassare la guardia. A Siena i meccanismi di controllo sociale sono particolarmente accentuati, anche grazie alle contrade, e questo è certamente un elemento da preservare. L’identità rappresenta un valore importante se giocata in chiave di grande apertura. Fare cose con i giovani e non soltanto per i giovani può essere la giusta strada da intraprendere”.