“Il covid ha amplificato l’ utilizzo dei social network tra i ragazzi. Questi strumenti possono essere utili, soprattutto per mantenere le relazioni sociali. Non bisogna buttare via tutto, ma il problema nasce quando i social diventano un fine e non più un mezzo”.
Sono le parole della dottoressa Benedetta Borgianni, neuropsicologa e psicoterapeuta comportamentale sugli adolescenti del Centro Dedalo-Sos Dislessia, struttura specializzata nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi specifici dell’apprendimento fornendo anche supporto alle famiglie e ai ragazzi. Borgianni, ospite della diretta di Siena News, ha parlato di adolescenti e social media. “I ragazzi cercano di allontanarsi dalla conflittualità con i genitori e avvicinarsi ai loro coetanei – continua-. Sono andati a cercarlo nei social. I bisogni si saturano solo con esperienze virtuali che si sostituiscono alla realtà”.
“I ragazzi di oggi non tollerano la noia e la frustrazione. Hanno una bassa autostima. La difficoltà a instaurare relazioni sociali porta loro a rifugiarsi in un mondo bloccato da barriere dove non c’è bisogno di mettersi in gioco – prosegue. Nel mondo dei social è più facile stabilire interazioni”.
E i genitori cosa devono fare allora? “Cercare un equilibrio tra i limiti da imporre e le libertà da lasciare, riappropriarsi del ruolo di educatore. Agli adolescenti va limitato l’uso dello smartphone. Per un bambino un cellulare è come un’arma carica, lo usa come se fosse un adulto. Bisogna limitare e dare regole”. Al Centro Dedalo “le richieste sono prevalentemente legato al versante dell’ansia – afferma-. Molta di questa è legata alla scuola. La Dad ha calmato certe ansie, ma non permette di superare questa paura. Noi lavoriamo sulla regolazione emotiva, aiutiamo a fare vedere la realtà per come è non una realtà distorta”.