Aggressione al personale sanitario, vertice in Prefettura: percorsi condivisi per la prevenzione

Non è allarmante in provincia di Siena il quadro delle aggressioni al personale sanitario: dal 2023 sono state registrate aggressioni verbali ma solo in rarissimi casi ci sono stati episodi di violenza.

Il quadro emerge dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato in prefettura per approfondire il tema. Oltre a Matilde Pirrera hanno partecipato i rappresentanti dei comuni di Siena, Abbadia San Salvatore, Montepulciano e Poggibonsi (che nei loro territorio ospitano presidi ospedalieri), responsabili delle strutture sanitarie e vertici delle forze dell’ordine.

Per il Prefetto serve però un percorso comune, tra vari attori istituzionali, senza gravare eccessivamente sugli organici delle forze di polizia. “Proprio allo scopo di individuare soluzioni condivise le aziende sanitarie sono state invitate a redigere schede tecniche che riportino le principali criticità, sotto il profilo della sicurezza, delle singole strutture. I documenti così elaborati saranno poi analizzati in ulteriori specifiche sessioni di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica le cui risultanze potranno condurre alla sottoscrizione di appositi patti per la sicurezza tra i diversi attori istituzionali coinvolti”, si spiega.

Sia Antonio Barretta che Antonio D’Urso “hanno colto l’occasione per richiamare l’attenzione delle autorità di pubblica sicurezza sugli aspetti ritenuti maggiormente critici e sulla necessità di sviluppare forme di collaborazione sinergica”, spiega una nota.

Sono state elencate alcune misure di prevenzione a tutela degli operatori del settore quali: sistemi di videosorveglianza operativi a presidio degli ambienti interni ed esterni delle principali strutture sanitarie; dispositivi elettronici per l’allertamento automatico delle forze dell’ordine in caso di emergenza; operatori addetti ai servizi di vigilanza privata o di guardiania, ubicati nei siti più esposti o, comunque, interessati da maggiore afflusso di utenza.

Proprio allo scopo di individuare soluzioni condivise le aziende sanitarie sono state invitate a redigere schede tecniche che riportino le principali criticità, sotto il profilo della sicurezza, delle singole strutture. I documenti così elaborati saranno poi analizzati in ulteriori specifiche sessioni di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica le cui risultanze potranno condurre alla sottoscrizione di appositi patti per la sicurezza tra i diversi attori istituzionali coinvolti.

Il tema della sicurezza dei presidi sanitari, ha concluso il prefetto, “riveste un carattere preminente in quanto la violenza esercitata in questi luoghi espone a rischio i lavoratori e mina, gravemente, il diritto alla salute dei cittadini per le ricadute che tali condotte producono sull’erogazione dei servizi. Entrambi i diritti, quello al lavoro e alla salute, sono sanciti dalla nostra Carta costituzionale e vanno tutelati con i migliori strumenti massi a disposizione dalla tecnologia e dal nostro ordinamento giuridico”.