“La firma di questo protocollo è una risposta alla sostenibilità intesa come rispetto del lavoro: contro il caporalato, un invito al rispetto delle normative vigenti in materia di lavoro, salute, sicurezza, a tutti i produttori del nostro territorio e alle squadre a cui spesso ci troviamo a dovere appaltare i lavori agricoli”. Così la Presidente del consorzio della Vernaccia di San Gimignano Letizia Cesani che ha firmato oggi un protocollo d’intesa alla presenza del Prefetto Armando Gradone con il Comune di San Gimignano, l’Azienda USL Toscana Sud Est, il POLO per la Promozione della Salute, Sicurezza ed Ergonomia nelle Micro, Piccole e Medie Imprese della Provincia di Siena, l’INAIL di Siena, le Organizzazioni Sindacali, in cui le parti si impegnano a realizzare interventi di prevenzione congiunti finalizzati a garantire la tutela e la promozione della salute, l’ergonomia, la sicurezza sul lavoro e la corretta e trasparente gestione dei rapporti nelle lavorazioni agricole in appalto nelle aziende associate al Consorzio della Denominazione di San Gimignano. Il quadro di riferimento è quello della normativa che disciplina i lavori in appalto in agricoltura. Argomento già affrontato qualche mese fa in occasione del convegno su lavoro e sicurezza organizzato da Coldiretti Siena
Con la firma il Consorzio della Denominazione di San Gimignano si impegna a raccogliere in un apposito registro le informazioni sulle aziende che operano sul territorio e che eseguono lavori in appalto, schede sintetiche compilate dalle stesse aziende appaltatrici che autocertificano la regolarità dei rapporti che intercorrono con i loro dipendenti, il rispetto di tutte le normative, dai contratti di lavoro a quelle sulla sicurezza e igiene. Le aziende associate sono perciò chiamate a prestare molta attenzione nella fase contrattualistica dell’affidamento di un lavoro in appalto, dovendo richiedere l’autocertificazione e raccogliere tutte le informazioni necessarie per non firmare accordi superficiali e irregolari. L’obiettivo è di riuscire da una parte a conoscere nell’arco di un triennio tutte le aziende che lavorano nel territorio e che possono fornire maggiori garanzie in merito al rispetto degli obblighi contributivi e di tutela dei lavoratori, dall’altra a raccogliere in Consorzio tutte queste informazioni perché possano essere condivise tra gli associati e gli enti addetti alla vigilanza nei luoghi di lavoro. Il protocollo inoltre prevede che venga adottato uno schema di contratto di appalto dove le responsabilità di ciascuna delle parti, azienda agricola e ditta appaltatrice, siano determinate in modo chiaro.Il Consorzio si impegna anche a collaborare con gli altri firmatari nella realizzazione di iniziative di ricerca e formazione per il miglioramento dell’utilizzo delle macchine agricole e per la promozione della salute di tutti i lavoratori con particolare riferimento per il lavoro a temperature estreme.
La necessità di un protocollo d’intesa su questi temi risale al 2015 e proprio in quel periodo la collaborazione con la USL e il supporto del POLO, portò alla firma di un analogo protocollo con una grande azienda aderente al Consorzio i cui principi sono stati seguiti per la stesura del testo odierno. La necessità di definire un protocollo simile è venuta anche dal cambio della normativa nazionale che disciplina i rapporti con le ditte che svolgono lavori in appalto, trasformandosi in legge “anticaporalato”, che prevedeva un forte inasprimento delle implicazioni penali per l’imprenditore agricolo che fosse caduto in questo tipo di infrazioni.
Seguendo quanto già formalizzato con il protocollo della Buona Prassi “La Buona Pratica di Casole d’Elsa” è stato definito un “protocollo semplificato” per le piccole aziende, così da trovare delle modalità attuative della normativa che rendessero agevole operare legalmente. In pratica è stato avviato un percorso che tutela i lavoratori della squadra che opera in appalto in materia contributiva e di sicurezza sul lavoro e il produttore agricolo, mettendo a sua disposizione strumenti certi e adeguati per la valutazione delle ditte appaltatrici a cui affidarsi per non esporsi inconsapevolmente a conseguenze penali. Questi concetti vengono espressi chiaramente da protocolli d’intesa simili firmati sia dal Ministero dell’Agricoltura che dalla regione Toscana.
” L’impegno del nostro Consorzio è da sempre duplice” spiega la Presidente del Consorzio Letizia Cesani “Da una parte sosteniamo i produttori in un percorso ‘qualitativo’, solo vini eccellenti possono essere competitivi sui mercati globali di oggi, dall’altra ci impegnano per una produzione sempre più ‘sostenibile’, che significa rispettosa del lavoro e dell’ambiente. Sulla qualità i giudizi della critica ci confortano, è un percorso avviato che sta dando i suoi frutti. Sulla sostenibilità ambientale potremmo parlare di tante attività consortili, ma per brevità cito solo il progetto Carbon Foot Print, che certifica come la filiera produttiva della Vernaccia di San Gimignano abbia già senza interventi bassi livelli di emissione di anidride carbonica, che con pochi accorgimenti potranno essere ulteriormente ridotti. Con questo protocollo vogliamo quindi tutelare anche i nostri produttori, che per la ristrettezza dei tempi e la mancanza di informazioni sulle aziende appaltatrici potrebbero infrangere la legge e incorrere in seri problemi penali.”
“Siamo molto felici della sottoscrizione di questo protocollo che pone il Consorzio della Denominazione all’avanguardia anche nel campo dei diritti del lavoro e della tutela della sicurezza di chi opera in campagna – ha sottolineato il sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi -. Anche questo nuovo impegno va nella direzione di una “Vernaccia Etica”.
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