“Non sarò l’uomo del tocca e fuggi. Mi occuperò ancora di più dei problemi del territorio mettendomi a disposizione di persona perché credo che i cittadini debbano interloquire con il proprio deputato”.
Questa è l’assicurazione che Enrico Rossi, candidato del Pd nel nostro collegio alla Camera, ha dato agli elettori. L’idea dell’ex-presidente della Regione è quella di tenere un filo diretto di contatto con i cittadini prima e, in caso di elezione in Parlamento, dopo il voto. Per questo Rossi ha diffuso ai giornali un numero di telefono dove sarà possibile chiamarlo direttamente: 375 796 6770.
Dalle promesse elettorali si passa ai temi caldi della campagna. Ci sono in primis le nomine del Biotecnopolo sui cui l’ex-governatore è chiaro: “Ho visto le polemiche ma non voglio parlarne, anche perché il tema non mi riguarda e non mi riguarderà da deputato”. Ma sulle scienze della vita Rossi è categorico: “rivendico che, quando governavo, nacque e si sviluppò Tls. Da lì si è strutturato un settore, anche grazie all’impegno di Letta. Con il Biotecnopolo è stata confermata una vocazione che Siena già aveva con me”.
Non manca una stilettata all’ex-compagno di partito, e ora sfidante, Stefano Scaramelli: “Non rispondo alle sue accuse ma dico solo che la sfida in questo collegio sarà tra Rossi e Rossi. Me e Rossi Fabrizio della destra”, è la punzecchiatura del dem.
La chiosa è un pensiero sul Pd: “Il partito dove sono tornato sta cercando di ridarsi una dignità e ha dato forti segnali di sinistra per dare risposta ai ceti medi”.