In tempi di crisi la prima cosa che accade è quella di dimenticarsi delle cose semplici, che abbiamo a portata di mano. Di quelle ci lamenteremo poi con calma quando le cose andranno meglio, e con i soldini in tasca e la pancia piena infameremo i nostri amministratori chiedendoci perché mai nessuno fa nulla. Noi di Siena si muove la pensiamo un po’ diversamente e crediamo che sia proprio questo il momento di sostenere e di proporre iniziative che possano, anzi, innescare processi virtuosi in grado di far ripartire la nostra economia e ridare vivacità a una cittadinanza impaurita e quasi ‘chiusa in casa’. Tra i temi seppelliti senza rimpianto dal ciclone MPS e dalla gran parte degli attori del sistema mediatico cittadino, vi è certamente quello dell’ambiente. Senza perdersi in preamboli alla Piero Angela, più che giustificati dal livello generale di sensibilità e di cultura ambientale presente a Siena, ma poco adatti alla velocità dei mezzi di comunicazione, vorremmo ri-proporre e ri-lanciare l’ambiente come uno dei possibili volani di ripartenza dell’economia cittadina. La salvaguardia dell’ambiente si muove inesorabilmente a braccetto con la tutela del patrimonio culturale, di cui rappresenta l’ineludibile corollario. Al contempo l’ambiente è il luogo in cui viviamo, ci muoviamo, in cui crescono i nostri figli e nipoti. Riuscire a spostare l’interesse di spesa di pubblico e privato dal consumo fine a sé stesso alla fruizione delle risorse e al loro mantenimento – e se possibile alla loro implementazione – costituirebbe un grande passo in avanti lungo la strada che auspicabilmente riporterà Siena a vivere al fianco delle sue risorse, e non alle loro spalle. Bene, l’Albergo delle Belle Parole è già pieno abbastanza e non c’è bisogno di sovraccaricarlo. Andiamo a qualche spunto.
Il turismo in città ha sempre più assunto le sembianze ‘mordi e fuggi’, Siena è piccola e con un passo deciso la si gira tutta in giornata, mangiando un pezzo di pizza al taglio, così si fa anche dieta, e poi si scappa come lepri per evitare la mazzata del pernottamento, rifugiandosi in meno avidi lidi.
Saltando a piè pari (ma solo per queste righe!) la parte di ‘restauro della fruibilità’ delle opere d’arte cittadine, concentriamoci sull’altro aspetto che potrebbe rendere il soggiorno a Siena qualcosa di meno arido: la visita e la permanenza nelle aree verdi comunali. Chi avrà voglia di dare un’occhiata ai confini del Comune di Siena si renderà conto che al loro interno giace una risorsa qualitativamente, ma anche quantitativamente, preziosa. Perché non promuovere una rete di microimprese ricettive collegate alla città in modo moderno ed efficiente, in grado non solo di accogliere ma anche di ‘trattenere’? Una sinergia pubblico-privato amplierebbe l’orizzonte attrattivo della città creando opportunità di impresa, tra l’altro intrinsecamente ‘giovanile’, e proporrebbe un modo di fare servizio pubblico che, anziché drenare risorse, ne crea, allontanandosi da opulenze e manie di grandezza e minimizzando i costi.
I costi. Nella formulazione delle proposte si è talvolta abbagliati dalla ricerca di nuove fonti di attività, dimenticandosi che un ottimo modo di migliorare le cose è quello di diminuire gli sprechi.
È già stato ampiamente dimostrato che un’impostazione ecologica dell’amministrazione della cosa pubblica ripaga abbondantemente sotto molteplici aspetti: sulle prime si pensa all’utilizzo di fonti rinnovabili di energia e il riciclo di parte dei rifiuti, ma un vantaggio ancora maggiore può derivare dai risparmi sugli interventi di ‘riparazione’ dai danni strutturali che derivano dall’incuria e dall’abuso. Qui l’elenco sarebbe lungo, dalla messa in sicurezza di aree ‘a rischio annunciato’ tipo San Prospero alla drastica ristrutturazione del traffico cittadino divoratore di pietra serena, dalla creazione di una green line ciclabile al trenino urbano, dal blocco immediato e fermo della costruzione di nuovi edifici all’evoluzione degli esistenti in chiave di risparmio energetico e di sicurezza.
Alberto Massi – Siena si muove