La malattia ed il dolore ma anche la forza e la grinta per dimostrare che, se si vuole, si può essere capaci di superare i propri limiti. La storia di Alessandro Cresti, giovane 31enne paraciclista di Sinalunga, è un insegnamento per molti. “Il messaggio che voglio dare è che bisogna darsi sempre nuovi obiettivi: questo è ciò che ti rende felice”, afferma.
Aveva 25 anni quando gli fu diagnosticata la sclerosi multipla. Una notizia che può spezzare la vita. “Nel novembre del 2014 mi sono svegliato con un braccio ed una gamba paralizzati. Dopo avere fatto esami su esami ad agosto del 2015 è arrivata la diagnosi della sclerosi – racconta -. Mi è cambiato letteralmente il mondo: mi sono ritrovato con qualcosa di cui avevo sentito parlare solamente alla tv”.
Alessandro però non ha fatto un passo indietro e ha deciso di combattere, così ha iniziato a pedalare e la bici per lui è diventata una seconda terapia. “Ho scoperto questo nuovo amore – continua-. La bici è una metafora della mia vita di tutti i giorni: sei da solo quando pedali così, nonostante la vicinanza ed il sostegno di amici e familiari, ti ritrovi da solo a combattere i sintomi della malattia“. Per Alessandro però la bicicletta non rappresenta solo questo: “mi permette di muovermi e di allenarmi, mi ha liberato mentalmente e fisicamente”.
Il ragazzo ha continuato a pedalare e a rincorrere i suoi sogni: ha iniziato a partecipare alle prime competizioni di gran fondo su strada e paraciclismo riuscendo ad ottenere grandi risultati. “Nel 2018 sono riuscito a vincere il percorso corto della Sinalunga bike ed ho ottenuto tanti buoni piazzamenti in diverse categorie: nel percorso medio delle Strade Bianche sono arrivato 80esimo su 2400, tanta roba!”.
La sua impresa più grande però Alessandro l’ha realizzata lo scorso sabato 5 giugno quando è riuscito a percorrere 285 chilometri per un dislivello di 8848 metri, pari all’altezza del monte Everest. Everesting è il nome di ciò che è riuscito a compiere: ha percorso 68 volte lo stesso tratto (dal bivio di Farnatella fino a Piazza San Giovanni a Sinalunga ndr.) in dislivello arrivando alla fatidica soglia dei 8848 metri. “Solo nei giorni successivi mi sono reso conto di ciò che ho realizzato. Ognuna di quelle 68 volte in cui ho fatto il percorso rappresentava un giorno diverso della mia vita: stavo bene, stavo male, poi mi riprendevo. Sono riuscito a compiere questo sforzo insieme a due ragazzi amici di Schio, per noi è stata un’esperienza che rimarrà indelebile per sempre. Questo è stato il nostro messaggio per le persone neo-diagnosticate: trovate nuovi stimoli per affrontare la malattia”, continua il paraciclista.
La sfida delle sfide è stata superata ma Alessandro non si pone limiti così come non se li pone la sua associazione, la Ride fo Sm. “E ‘una realtà pensata per fare avvicinare le persone con sclerosi al mondo dello sport”. Intanto, su Go Fund Me, va avanti la raccolta fondi In cima all’Everest con la sclerosi multipla, “vorrei tanto aiutare chi si trova nella mia situazione ma non riesce ad accettare una diagnosi del genere; vorrei provare ad essere da esempio per tutte quelle persone che si trovano confusi come lo sono stato io, vorrei poter dimostrare e far vedere che comunque la vita offre altre opportunità nonostante tutto”, si legge nel testo dell’iniziativa che prosegue “lo scopo è raccogliere fondi e riuscire a acquistare ausili e beni sportivi a persone con disabilità che vogliono iniziare a fare sport, perché lo sport per noi disabili è vita!!!”
MC