La frase di Gabriele D’Annunzio, “ama il tuo sogno se pur ti tormenta”, apre uno spazio di riflessione psicologica profonda sul legame tra desideri, aspirazioni e la realtà della fatica che li accompagna. In un mondo in cui i giovani sono spesso attratti dal “tutto e subito”, dal guadagno facile e da scorciatoie che promettono gratificazione immediata, si perde di vista il valore intrinseco dell’impegno e del sacrificio necessari per realizzare un sogno autentico. La frase di D’Annunzio ci invita a ripensare a questa relazione tra sogno e fatica, a vederla non come un ostacolo da evitare, ma come parte del percorso verso una vita ricca di significato.
Dal punto di vista psicologico, i sogni non sono solo immagini fugaci della nostra mente, ma possono rappresentare proiezioni di ciò che desideriamo diventare. Carl Jung, uno dei padri della psicologia analitica, considerava i sogni come manifestazioni dell’inconscio, strumenti attraverso cui l’individuo può scoprire parti di sé non ancora conosciute. Al contempo, i sogni hanno un ruolo fondamentale anche nella regolazione delle emozioni a valenza negativa: più le elaboriamo nell’esperienza onirica, più ce ne libereremo durante il giorno. Il sogno è infine considerato metafora di obiettivo. ”Amare il proprio sogno” significa entrare in connessione con le nostre aspirazioni, accettando che il percorso verso la loro realizzazione non sarà privo di ostacoli, ma proprio attraverso tali sfide avviene la crescita personale.
La cultura contemporanea, caratterizzata dalla velocità e dall’accesso immediato a informazioni e risorse, tende a disincentivare la responsabilità, la tolleranza alla frustrazione e la pazienza. Tuttavia, uno degli insegnamenti fondamentali in psicologia dello sviluppo è che la fatica è un ingrediente essenziale per il raggiungimento di obiettivi significativi. Psicologi come Angela Duckworth hanno studiato il concetto di grit, ovvero la determinazione e la perseveranza verso un obiettivo a lungo termine. I giovani che sviluppano questo tipo di resilienza hanno maggiori probabilità di raggiungere i loro sogni, proprio perché imparano a superare le difficoltà senza cedere alla tentazione di abbandonare.
Molti adolescenti e giovani adulti si trovano oggi intrappolati nell’illusione del guadagno facile, attratti da modelli di successo superficiali promossi dai social media e dalla cultura consumistica. Questi modelli di riferimento, che premiano il successo veloce e immediato, trascurano il valore del processo che porta alla realizzazione di sé. In questo contesto, la frase di D’Annunzio assume un significato ancora più potente: il sogno tormenta perché richiede impegno, rinunce e sacrifici, ma è proprio questo tormento che ne conferisce valore.
La ricerca di una gratificazione immediata, tipica della nostra epoca, può alimentare sensazioni di insoddisfazione e fallimento. Diversi studi in psicologia suggeriscono che chi cerca un successo facile o un guadagno immediato rischia di sentirsi frustrato e demotivato quando si trova di fronte alle prime difficoltà. Al contrario, chi è disposto a dedicare tempo e sforzi alla realizzazione dei propri sogni sperimenta una crescita più profonda e una soddisfazione più duratura.
Per i giovani, sviluppare una mentalità che abbraccia la fatica come parte del processo di crescita è fondamentale per un futuro gratificante. Questo significa educarli alla capacità di sognare in grande, ma anche alla consapevolezza che ogni traguardo richiede tempo, dedizione e un certo grado di sacrificio. Essere resilienti non significa evitare il fallimento, ma piuttosto accettarlo come parte del viaggio.
Come affermano molti psicologi, tra cui Viktor Frankl, l’uomo è un essere orientato al significato: i sogni, anche se difficili da raggiungere, offrono una direzione, una bussola interiore. Questo è particolarmente rilevante per i giovani che spesso vivono una fase di incertezza esistenziale. L’incoraggiamento a perseguire i propri ideali, anche quando comporta dolore o sacrificio, può aiutarli a trovare un senso più profondo nella loro vita, dando loro una motivazione autentica per superare le sfide.
Dott. Jacopo Grisolaghi
Psicologo, Psicoterapeuta, Dottore di Ricerca in Psicologia, Sessuologo, PsicoOncologo, Ricercatore e docente del Centro di Terapia Strategica di Arezzo
Professore a contratto Università degli Studi eCampus e Università degli Studi Link di Roma
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