“La segreteria regionale Anaao Assomed esprime il proprio apprezzamento per la sperimentazione relativa alle procedure di attribuzione di alcuni incarichi, proposta dalla direzione generale dell’Azienda senese. È un segnale da cogliere (e l’accademia lo ha colto, a giudicare dalle scomposte reazioni sui media) ma nello stesso tempo da monitorare attentamente in quanto la sua attuazione potrebbe rivelarsi complessa in relazione alle norme vigenti.” inizia così il comunicato stampa diffuso dalla stessa Anaao che prosegue: “Questo tentativo però non può e non deve rimanere isolato, ma deve essere accompagnato da un intervento deciso dell’Amministrazione Regionale su tutta la complessa materia dei rapporti tra Università e SSR. Non è più eludibile né ulteriormente rimandabile la revisione del Protocollo Regionale che disciplina la materia, dei conseguenti protocolli tra le aziende sanitarie miste e le singole università e dei loro atti costitutivi – ormai vecchi di anni – come da tempo chiesto dalle OO.SS. e come la Regione si era impegnata a fare nell’accordo siglato nel settembre dell’anno scorso, e ciò al fine di rendere i rapporti tra SSR e università più chiari, meno conflittuali e più aderenti ai rispettivi fini istituzionali. Non è poi più eludibile, né rimandabile il dare risposte alle istanze da tempo formalizzate sulla materia da tutte le OO.SS. della dirigenza dell’area sanità alla Regione”.
“Ma vi è di più – si legge ancora -. Il confronto infatti non può e non deve limitarsi alle “poltrone”, ma prendere in esame il disastro (da noi annunciato e denunciato da anni) della formazione medica e sanitaria specialistica: disastro che non può essere confinato in un ateneo ma purtroppo unisce tutta la Nazione e concorre in non poca misura alla profonda crisi del Sistema Sanitario Nazionale, che rischia seriamente l’implosione. A seguito dell’attività dei rappresentanti degli specializzandi (concretizzatasi con una petizione che ha raggiunto le 4200 firme in 48 ore e in una manifestazione nazionale a Roma il 26 settembre u.s.), il Ministero dell’Università ha finalmente dato il nulla osta alla pubblicazione nei vari siti delle facoltà dei risultati 2023 dei questionari di valutazione da parte degli specializzandi, suddivisi per singola scuola. Alla data odierna per la Toscana in nessuno dei siti istituzionali delle tre università risultano caricati i questionari, utili a fornire informazioni ai candidati del concorso per l’ammissione alle Scuole di Specializzazione ed in procinto di effettuare la scelta della Scuola di loro interesse. Sul sito “Associazione Liberi Specializzandi – ALS” i questionari invece sono stati caricati: da una loro sommaria lettura e usando un linguaggio politicamente corretto, si può concludere che in Toscana abbiamo molte occasioni di miglioramento: opportunità che auspichiamo siano immediatamente colte. Come reperto collaterale c’è da notare come alcune delle scuole toscane (anche nel delicato ambito chirurgico) già sottoposte di recente a “visite in loco” (leggasi: “ispezioni”), non mostrino alcun segno di miglioramento. Non ci si può quindi meravigliare se circa il 28% delle borse complessive a livello nazionale non è stato assegnato, con picchi che raggiungono quasi il 70% nella disciplina di emergenza urgenza. Per quanto riguarda la Toscana, non risultano assegnate il 94% delle borse a Siena, l’81% a Firenze ed il 60% a Pisa. E’ necessario quindi che la Regione stimoli e rilanci l’attività dell’Osservatorio Regionale sulla Formazione Specialistica, adoperandosi – anche col Ministero dell’Università se necessario – per fornire ai suoi componenti tutti i documenti necessari per eseguire una corretta valutazione delle attività delle Scuole”.
“Non si può infine non condannare la diffusione (a quanto ci risulta anche attraverso delazioni anonime) di dati relativi ad esiti clinici (la cui veridicità è tutta da verificare e in ogni caso privi di qualsiasi significatività statistica) – conclude Anaao – che sortiscono solo l’effetto di gettare fango sui professionisti e creare ingiustificato allarme per la popolazione. Sarebbe ora che i Professionisti e le Istituzioni coinvolte cessassero di inseguire interessi di bottega (spesso di bassa lega) e con buon senso, comune senso d’appartenenza e senso dello Stato si adoperassero nel costruire il livello di integrazione necessario a superare il vissuto da “separati in casa” che caratterizza la situazione attuale. Ciò è possibile attraverso la trasparenza degli obiettivi, delle strategie, della gestione, la capacità di darsi le regole e di farle rispettare, per assicurare una risposta adeguata alle attese che la società giustamente pretende dal sistema integrato formazione medica-ricerca-assistenza sanitaria”.