“Era un uomo semplice, ma che è stato di ispirazione per molti giovani”: è stata questa, in sintesi, la descrizione di Andrea Aziani data dal professor Gian Corrado Peluso, che ha da poco presentato il libro “Febbre di vita”, dedicato proprio ai viaggi ed agli episodi di Aziani. Questo nome, per le nuove generazioni può non voler dire molto, ma chi ha vissuto Siena tra gli anni ’70 e gli anni ’80 non lo può certo dimenticare. Aziani è stato, infatti, uno di quei personaggi che è riuscito a prendere tutto e tutti, sempre trascinato dalla passione, che lo ha portato ad entrare nei Memores Domini e a dedicare la propria vita perché Cristo fosse conosciuto. Grande amante dei viaggi, Andrea Aziani partì da Milano per arrivare a Siena, dove passò il periodo della giovinezza e passò, invece, il resto della vita in Perù, dove morì nel 2008. Pochi anni dopo la sua scomparsa, proprio dal Perù è stata aperta la causa della beatificazione, con l’obiettivo di finalizzarla al più presto.
Il lavoro fatto da Gian Corrado Peluso e da Gianni Mereghetti per la realizzazione del libro è stata una vera e propria ricerca, attraverso le lettere, attraverso i racconti, che possano in qualche modo contribuire alla causa e che possano soprattutto essere da esempio alle nuove generazioni.
“Fu Don Giussani, storico fondatore di Comunione e Liberazione, a portare Andrea a Siena – spiega Gian Corrado Peluso -, perché c’era bisogno di qualche giovane che avvicinasse più ragazzi dell’università al cristianesimo. Dopo un po’ di tempo, nel 1976, Aziani decise di rimanere a Siena e diventò un vero e proprio trascinatore per tutti i giovani. Con la sua semplicità e con la sua voglia di vivere riuscì ad avvicinare numerose persone a Cristo, grazie allo studio e soprattutto soprattutto grazie alla libertà di vivere: riusciva a creare dei momenti magici di canto collettivo e di socializzazione, che anche le persone più lontane al mondo cristiano, riuscivano a sentirsi a casa. Per questo motivo, molti adulti, che in quegli anni frequentavano l’università a Siena, hanno un ricordo indelebile di Andrea. Nel 1986 poi, lasciò Siena per raggiungere il Perù, luogo dove è stata aperta la causa di beatificazione”.
Nella capitale del paese sudamericano Lima, Aziani portò avanti i valori della gioventù, con lo scopo di creare unione tra i giovani studenti del posto. Dedicò molto del suo tempo all’insegnamento, per poi aderire al progetto di monsignor Lino Panizza, vescovo di Lima-Carabayllo, di aprire l’Università Cattolica Sedes Sapientiae.
“Quello che fece all’università fu straordinario – prosegue Peluso -, perché non avendo incarichi ufficiali riuscì a fare da collante con gli istituti superiori, semplicemente parlando con i ragazzi, che rimasero meravigliati, quasi commossi dalla semplicità di questa persona. Al primo anno di attività, portò oltre 800 studenti e ogni anno il numero aumentava. Monsignor Lino ha riconosciuto la grandezza di fede e di carità proprio parlando con le persone che lo hanno conosciuto e che quando morì Aziani ripetevano continuamente ‘Andrea Santo subito’. Ci sono dei segni di santità oggettivi, che hanno spinto monsignor Lino ad iniziare il processo per la beatificazione nel 2016”.
Durante la presentazione del libro “Andrea Aziani – febbre di vita” è intervenuto anche il Cardinale Augusto Paolo Lojudice, che sulla beatificazione non si è esentato dal dire la sua.
“Non conoscevo questo personaggio prima – commenta Lojudice -, ma parlando con i senesi ho capito che stiamo facendo riferimento non ad uno di passaggio. La beatificazione ha un’organizzazione piuttosto complessa, ma un uomo come Aziani è santo a prescindere dalla canonizzazione. Mi auguro che possa avverarsi la beatificazione, ma non deve essere un’ossessione, perché si è beati anche senza avere un ufficialità”.
Pietro Federici
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