Effettuati a Siena, per la prima volta in Toscana, i primi due casi di trattamento di aneurismi aortici addominali con una nuova endo-protesi aortica che ha offerto, ai pazienti in questione, un’opzione mininvasiva per questa complessa patologia. I particolari interventi sono stati coordinati dalla Chirurgia vascolare dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese diretta dal professor Giancarlo Palasciano.
“Sin dal 1999, la nostra struttura offre trattamenti mininvasivi endovascolari per il trattamento degli aneurismi dell’aorta in pazienti ad alto rischio per la chirurgia tradizionale – spiega il professor Giancarlo Palasciano -. L’evoluzione delle tecnologie accanto al continuo aggiornamento e alla cresciuta esperienza degli operatori hanno permesso di offrire sempre più frequentemente queste opzioni mininvasive che offrono minori rischi a i pazienti e minor costi di ospedalizzazione”.
I due interventi si sono svolti in anestesia loco-regionale, con accessi percutanei dall’inguine (in assenza di incisioni cutanee), e si sono conclusi positivamente permettendo la dimissione di entrambi i pazienti in seconda giornata post-operatoria. I delicati interventi sono stati eseguiti dall’equipe chirurgica composta dal professor Gianmarco De Donato, dal dottor Giuseppe Galzerano e dal dottor Domenico Benevento, sotto la direzione del professor Palasciano, supportati dalla collaborazione anestesiologica del dottor Pasquale Biandolino, della UOC Anestesia e rianimazione Cardio-toraco-vascolare diretta dal professor Sabino Scolletta, insieme al personale infermieristico e tecnico dedicato alla specialità.
“Grazie alla tecnologia offerta da questa nuova endoprotesi – aggiunge il professor Gianmarco De Donato – oggi riusciamo ad offrire una opzione mininvasiva anche a quei pazienti con complessa patologia dell’aorta addominale juxta-renale che sinora erano stati esclusi dal trattamento endovascolare convenzionale o erano indirizzati all’impianto di endoprotesi fenestrate su misura che richiedono tempi di fabbricazione di diverse settimane, costi decisamente superiori per il Sistema Sanitario Nazionale e rischio di manipolazione delle arterie viscerali”.