“Animali predatori o agricoltura? È ora di scegliere”. È questa l’estrema sintesi del documento presentato da Coldiretti Siena all’amministrazione provinciale nel corso dell’incontro che si è svolto giovedì 17 novembre nella sede di Coldiretti Siena. “L’assessore provinciale all’agricoltura Anna Maria Betti – commenta Fausto Ligas, presidente Coldiretti Siena – ha manifestato disponibilità ad affrontare un’emergenza che riguarda, ormai, tutte le associazioni agricole. Abbiamo apprezzato l’impegno a semplificare le procedure e a porre in essere iniziative per condividere un percorso con i sindacati dell’agricoltura senese, per gestire le problematiche della fauna selvatica e per adottare i provvedimenti ritenuti necessari. E alle buone intenzioni, confidiamo seguano i fatti”. Per dare i numeri dell’entità al fenomeno, Coldiretti Siena ricorda che in Toscana sono presenti 140.000 caprioli, 150.000 cinghiali, 10.000 daini, 3.000 cervi e 2.000 mufloni, a cui vanno sommati migliaia di storni, piccioni e soprattutto lupi o cani inselvatichiti che con i loro attacchi abbattono la pastorizia senese. “Gli animali predatori sono – sottolinea Massimiliano Volpone, direttore di Coldiretti Siena – un esercito che “divora” qualcosa come 4 milioni di quintali di alimenti verdi, pari a 20 milioni di euro di foraggere all’anno. Solo i cinghiali sono “colpevoli” del 66% dei danni causati. Le principali coltivazioni danneggiate sono cereali, oleoproteaginose, frutteti, orti e oliveti. Anche alla luce di questi dati è partita l’azione di “rivendicazione del diritto a fare impresa” lanciata da Coldiretti su scala regionale, e da lì, in ogni singola provincia attraverso la convocazione straordinaria dei consigli, con l’obiettivo di riportare al centro del dibattito l’emergenza predatori in vista della definizione del Piano Regionale Agricolo Forestale (PRAF) all’interno del quale saranno contenuti gli indirizzi per la gestione faunistica venatoria”.
In un documento, consegnato al presidente e all’assessore all’agricoltura della Provincia di Siena dal titolo chiaro – “Agricoltura o animali predatori? È ora di scegliere” – Coldiretti Siena ha scritto una serie di proposte per contenere il sovraffollamento di ungulati e predatori che ostacolano il diritto di “fare impresa”, che secondo il sindacato dei coltivatori diretti non sono più eludibili. “Nel documento che abbiamo presentato – spiega Ligas – abbiamo sottolineato insieme all’insostenibilità della presenza di queste specie che sono totalmente fuori controllo, la necessità di interventi e misure concrete. A partire dall’innalzamento del tetto di prelevamenti e dei piani di abbattimento, all’anticipazione ed allungamento del periodo di caccia, alla possibilità nelle aree non vocate, in presenza di danni alle colture, di prevedere l’intervento diretto dell’agricoltore o in alternativa di personale abilitato al controllo della fauna. E, soprattutto, alla possibilità per gli allevatori di smaltire in azienda gli animali morti a causa degli attacchi, perché il costo della “macchina pubblica” è diventato insopportabile”.
Coldiretti Siena si dice pronta a scendere di nuovo in piazza se le azioni intraprese e le scelte adottate non saranno efficaci. Sulla questione legata ai risarcimenti e al pantano burocratico, gli allevatori chiedono che il danno tenga conto sia del valore del prodotto perduto, che dei danni pluriennali o permanenti alle strutture produttive e agli impianti. Una situazione difficile, nella quale Coldiretti vede minato il diritto dei propri soci di “fare impresa” e di vivere dell’agricoltura, in un territorio da sempre vocato alle produzioni di altissima qualità.