“Nell’ultimo mese di novembre sono state più di 40 le nuove famiglie che sono venuto alla nostra mensa”, è il dato drammatico e allarmate che è stato dato dalla presidente della Caritas di Siena Anna Ferretti. Anche in città l’emergenza pandemica ha aumentato il numero dei nuovi poveri che sono sempre di più il simbolo di una società in affanno e duramente colpita da una crisi economica potenzialmente peggiore di quella del 2008.
Tra le persone che si trovano in estrema difficoltà , come segnalato dalle Caritas diocesane italiane, molti fanno parte delle categorie costrette a pagare il costo più salato delle chiusure. “Alcuni di questi cittadini lavorano nei ristoranti e nei bar. Tra di loro c’è chi ha scelto di tornare nel proprio paese e venire nuovamente qui quando finirà la cassa integrazione”, dice Ferretti. “Al momento stiamo servendo 40-50 pasti al giorno e facciamo più di 200 pacchi alimentari per altrettante famiglie che seguiamo”, prosegue.
“Il periodo è molto duro, tante famiglie sono in povertà . La zona arancione ha portato a grosse difficoltà nel lavoro. Tante persone non sanno come fare per andare avanti ed aiutarli per noi è un imperativo”, continua Ferretti. La generosità dei senesi non si discute, ma con ristoranti e società di contrada chiusi, l’aiuto maggiore alla Caritas arriva dalla grande distribuzione: “quello che non riescono a vendere dai banchi delle rosticcerie ce lo danno – spiega”, anche se” tutti si stanno muovendo, le contrade faranno il loro regalino per Natale. Adesso bisogna sapersi organizzare insieme”
I problemi però sono molti: “queste persone non sanno come pagare l’affitto, l’acqua, il gas. Rischiano di diventare dei senza tetto. In Regione ci sarà comunque una delibera per i contribuiti extra per affitti e bollette, dobbiamo resistere qualche mese e poi la burocrazia ci darà una mano- conclude- Insieme dobbiamo una risposta”.