Siena

Anpi Siena contro il nuovo Governo: “I primi decreti ci lasciano sconcertati”

“Le prime mosse di questo Governo lasciano dunque sconcertati, sia nello specifico dei contenuti affrontati, sia nelle modalità scelte, quelle di una decretazione che dovrebbe avere il carattere della straordinarietà, della necessità e dell’urgenza, decisamente poco ravvisabili nelle disposizioni in discussione”.

Così, in una nota, il comitato provinciale dell’Anpi di Siena commenta i primi decreti dell’Esecutivo Meloni.  L’Associazione ha ricordato quanto accaduto nel weekend a Predappio, con il corteo di nostalgici per commemorare la marcia su Roma, e nella curva Nord di San Siro, dove i tifosi sono stati obbligati ad andare dopo l’omicidio del capo ultras Vittorio Boiocchi.

“Siamo venuti invece a sapere che il Governo si è riunito per decretare d’urgenza su alcuni temi, sottraendoli alla discussione parlamentare-proseguono-: reintegrare anzitempo e senza danno i sanitari no vax che non hanno rispettato le regole sanitarie; rinviare la riforma penale ed eludere il richiamo della Corte Costituzionale sull’ergastolo ostativo; creare a suon di decreto una nuova fattispecie di reato: l’”Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica””.

Quest’ultimo decreto, continuano, è “permeato da una pericolosa e inquietante genericità dei termini: cosa si intende per ‘invasione’? Cosa può definirsi ‘pericoloso’ per ordine e incolumità? Quanta discrezione questo nuovo reato metterà nelle mani di chi si occuperà di reprimerlo? A quante e quali situazioni potrà essere applicato? A cosa punta l’enormità della pena prevista, da tre a sei anni? – si chiedono-. Appare giustificato il timore che questo nuovo reato, al di là degli intenti dichiarati, possa nei fatti realizzare una stretta sulle possibilità di libera organizzazione di cittadini e cittadine, anche rispetto a forme di protesta e organizzazione che pure finora nessuno si è mai sognato, nella nostra Repubblica, di portare a simili estremi di pena”.

Si passa poi all’ergastolo ostativo: “come noto, la Corte costituzionale prevede all’articolo 27 che: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. In questo senso, la Corte costituzionale ha già rilevato come il cosiddetto “ergastolo ostativo” sia in contrasto con questo articolo e con il terzo della Carta-sottolineano dall’Anpi-, nonché con l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo. La Corte, in un’ottica di non invasione dello spazio del legislatore, ha lasciato al Parlamento un anno di tempo per esprimersi, prima di procedere autonomamente a rimuovere nei codici le cause di incostituzionalità, come già purtroppo altre volte avvenuto in passato di fronte all’inazione della politica”.

Il Governo, aggiungono, “ripropone in sostanza una legge che lo stesso partito adesso maggioranza si era rifiutato di votare nella passata legislatura. Lo stesso Ministro della Giustizia Nordio appare così venir meno a quanto pure recentemente dichiarato: “Io penso che l’ergastolo ostativo, il principio cioè che al reo non venga concessa la possibilità di alcun beneficio, sia un’eresia contraria alla Costituzione. Il fine pena mai non è compatibile, al fondo, con il nostro Stato di diritto””.

La chiosa: “Così, mentre nelle carceri italiane assistiamo al più alto numero di suicidi tra uomini e donne spesso imprigionati in attesa di giudizio, mentre il personale carcerario affonda nella mancanza di mezzi, risorse e riconoscimento, mentre reati di dubbia utilità come quelli legati alla legislazione sulle droghe leggere o sull’immigrazione riempiono le nostre galere di poveri, più che di delinquenti, assistiamo alla corsa del Governo per aggirare l’azione della Corte costituzionale”.

marco crimi

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