Un senese a Bergamo. Il 27enne Antonio D’Alesio lavora da tre anni a UbiBanca, importante istituto di credito del nord Italia. D’Alesio ha visto da vicino quella che è la tragedia che si sta verificando nella città lombarda, una delle più colpite in Italia dal terribile Coronavirus. “La situazione è tragica – racconta il 27enne senese –. Io sono tornato in Toscana il 6 marzo per un congedo parentale, in quel momento c’era già il sentore che il numero dei contagi potesse crescere. Faccio un lavoro nel quale sono a stretto contatto con la clientela, tutti vivevamo con un bel po’ di ansia, sia noi che i clienti che vedevo preoccupati già la prima settimana di marzo. Lo scenario adesso come sappiamo è ulteriormente peggiorato, a Bergamo ci sono più di mille morti, purtroppo la città è stata colpita davvero in maniera dura e questo ha influenzato il sentimento di paura che si prova”.
“Vedere le immagini di camion militari che portavano via decine e decine di bare mi ha fatto provare una profondissima tristezza – afferma D’Alesio -. Vivo lì da tre anni, ormai sento Bergamo come la mia seconda città. Sentendo i miei amici e i miei colleghi lombardi viene da dire loro parole di consolazione, quasi tutti ormai lì hanno amici o parenti che purtroppo sono morti o che stanno combattendo contro questo virus. A Bergamo questa situazione è veramente sentita come una guerra. Ho un collega che è stato colpito dal virus, ho parlato con lui al telefono prima che venisse ricoverato con una polmonite bilaterale e faceva fatica a parlare, ansimava durante la telefonata. Poi quando una persona viene ricoverata è anche difficile sapere qualcosa relativamente alle sue condizioni di salute. Quando sono tornato a Siena ho contattato le autorità sanitarie per sapere se dovevo rimanere in quarantena, ma mi è stato detto che se non avevo avuto contatti diretti con persone risultate positive non avevo questo obbligo. Io però in pratica l’ho fatta lo stesso, in queste settimane sono uscito appena due volte solo per fare la spesa e con tutte le precauzioni del caso. Spero di tornare a Bergamo e di vedere una situazione diversa, e naturalmente di poter riabbracciare le persone che ho conosciuto in questi tre anni”.