Le immatricolazioni sono in crescita, un +15% dal 2016. In tre anni sono aumentati gli iscritti alle lauree magistrali( +6%), di cui il 9% costituita da studenti internazionali, un numero molto più elevato rispetto alla media nazionale del 5%. Sono i dati dell’università che il rettore Francesco Frati ha elencato oggi nel suo discorso per l’inaugurazione del 779esimo anno accademico.
Rettore, il suo è stato un discorso intenso dove ha ricordato tante ricorrenze.
“Sono le ricorrenze a cui abbiamo dato risalto durante la mia prolusione di pochi minuti fa. Sono 80 anni dall’inaugurazione dell’aula magna, il 1939 anno in cui si svolse la prima Settimana musicale senese organizzata dalla Chigiana con le musiche di Vivaldi a cui fu ridonata la giusta gloria musicale dopo che era stato dimenticato. Successivamente, nel 1944, Mario Bracci celebrò l’inaugurazione del 704mo anno accademico nella Sala del Mappamondo di palazzo Pubblico. Il suo discorso fu memorabile e fu oggetto di ampi studi dei nostri storici. Era pieno di stimoli nei confronti dei nostri giovani sopratutto per affrontare quello che sarebbe venuto dopo la dominazione nazifascista”.
Il processo di internazionalizzazione con lei ha fatto grandi passi in avanti. Quale il suo bilancio dopo tre anni?
“Abbiamo lavorato aumentando il prestigio al nostro profilo internazionale. Sono 1500 i cittadini stranieri che ogni anno sono iscritti ai nostri corsi e 500 membri in modalità Erasmus ogni anno. Quello dell’Erasmus è un elemento di internazionalizzazione di cui godono sia la città che gli studenti italiani”.
Se dovessimo fare una carta d’identità dello studente italiano o straniero che sceglie l’ateneo, quale sarebbe?
” Il nostro è uno studente che ama studiare in un ambiente fertile e stare a contatto diretto con i professori in una città tranquilla che offre però molto da un punto di vista artistico e architettonico. L’ateneo, d’altronde, è un luogo dove si trovano molte opportunità d’approfondimento culturale, di svago e di pratica di sport con il Cus”.
In una logica di internazionalizzazione, stanno emergendo altre facoltà attrattive come quelle delle scienze delle vita e delle biotecnologiche. In questo senso cosa offre l’università?
“L’università di Siena ha ancora un punto di forza nella scuola di economia, Economics and management ma biotecnologie e scienze della vita sono diventate importanti per l’ateneo per una sorta di specializzazione che il territorio ha acquisito nel corso degli anni. Basti pensare all’ex-istituto Sclavo, oggi Gsk, la fondazione Tls e quindi anche il contributo che diamo con i corsi di laurea, dottorati di ricerca e master. Ad esempio quello in Vaccinologia rappresenta l’orgoglio della nostra attività formativa in questo settore. Dall’economia, all’ingegneria, alle scienze politiche abbiamo costruito un’offerta formativa variegata e articolata che, con i corsi in inglese, è attrattiva in tutto il mondo”.
Ci sono tanti progetti di ricerca, anche internazionali, a cui l’università partecipa ma che molti non conoscono. Perche?
“Forse dipende dalla tendenza del ricercatore ad essere concentrato sul proprio lavoro e quindi meno attento a fare sapere le cose belle che fa. Il tema della divulgazione delle nostre attività al territorio è uno dei punti importanti del nostro lavoro. Devo dire che l’aver attribuito la laurea ad honorem in strategie e tecniche della comunicazione a Piero Angela ha confermato questo impegno a migliorarci su questo nostro obiettivo. Un altro tema importante è quello dello sviluppo sostenibile. Come ho detto, è un tema esploso con la manifestazione mondiale dei Fridays for future. L’auspicio con cui ho concluso il discorso è stato quelli di poter ricordare questi anni come quelli che hanno cambiato il paradigma di sviluppo del pianeta”.
Grande attenzione anche per i servizi agli studenti, proprio nel seguire i ragazzi che vengono a studiare qui…
“Siamo consapevoli che gli studenti sono per noi la risorsa più importante, sembra banale dirlo. Sappiamo di essere in un ateneo che fa dei servizi ai fuorisede una delle proprie attività primarie. Più del 50% dei nostri alumni viene da fuori regione, con il rischio che, se gli studenti non trovano servizi adeguati, possono decidere di abbandonare l’ateneo. E allora sulla base di questo presupposto abbiamo sempre più investito nei servizi per gli studenti come le aperture delle biblioteche nei dopocena o nei fine settimana per dare ai ragazzi un luogo dove studiare, discutere e parlare tra loro. Poi c’è il fondo di solidarietà che aiuta a risolvere situazioni di criticità dal punto di vista finanziario, abbiamo lavorato sul regolamento tasse, questo grazie anche al Ministero, per diminuire il carico di spesa per gli studenti, ora è sceso del 10%”.
Se parliamo di Ministero, oggi la presenza del ministro dell’istruzione Fioramonti è decisamente un vanto…
“Fioramonti ci ha onorato della sua presenza. Credo sia la prima cerimonia di inaugurazione di un anno accademico a cui partecipa e per noi questo è un elemento di orgoglio. Il ministro è un amico e un nostro alumnus. Ha dimostrato di sapere quali sono i problemi dell’università pubblica e di quali siano le soluzioni. Prima di tutto le risorse da investire che, nell’arco degli ultimi 10-15 anni sono drammaticamente diminuite; il ministro ha invece dichiarato pubblicamente che ha intenzione di riconsolidarle leggi finanziarie permettendo.Siamo speranzosi che i suoi impegni possano essere mantenuti”.
Katiuscia Vaselli
Marco Crimi