Archeologia e acque termali, Jacopo Tabolli illustra le nuove scoperte di San Casciano dei bagni

Che cosa ci raccontano i primi manici in legno realizzati dai Neanderthal a Poggetti Vecchi per utilizzare gli strumenti in selce? Quali altri tasselli di storia compongono e rivelano gli scavi degli ultimi sei anni a San Casciano dei Bagni? Al Museo archeologico nazionale di Firenze si proverà a rispondere martedì 17 dicembre, alle 16. Alcuni risultati inediti degli ultimi studi saranno presentati nell’incontro “Archeologia e acque termali: nuove scoperte a San Casciano dei Bagni e a Poggetti Vecchi”  introdotto e moderato dal direttore Daniele Maras, con i protagonisti delle più straordinarie scoperte archeologiche nei siti termali della Toscana: Biancamaria Aranguren che dedicherà il suo intervento a Neanderthal e elefanti alle terme di Poggetti Vecchi e Jacopo Tabolli che a pochissimi giorni dalle nuove scoperte torna ad approfondire le Acque termo-minerali e doni in bronzo. Il santuario etrusco-romano di San Casciano dei Bagni. Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria a man-fi@cultura.gov.it.

Jacopo Tabolli affronterà un viaggio sull’archeologia dei siti termali nel territorio della Toscana meridionale, alla luce delle scoperte degli ultimi anni nel santuario etrusco e romano di San Casciano dei Bagni. Sarà l’occasione di raccontare, come, attraverso i secoli (almeno dal III secolo a.C. al V secolo d.C.), il santuario del Bagno grande fu un punto focale nella geografia antica tra Chiusi, Orvieto e Vulci, lungo il corso del fiume Paglia.

“Il ritmo dei riti che lega bronzo e acqua termo-minerale fu una costante di tanti santuari dell’Etruria interna settentrionale – ricorda Tabolli – e lo scavo di San Casciano dei Bagni offre un’occasione unica per leggere i segni tangibili delle antiche pratiche devozionali presso le sorgenti calde”. All’interno della vasca sacra la stratificazione dei doni votivi ha restituito negli ultimi tre anni un contesto assolutamente unico, protetto dall’acqua termale e dal fango argilloso. Dopo un complesso lavoro di gestione dell’acqua proveniente dalla sorgente, alla profondità di quasi cinque metri, lo scavo ha raggiunto nuove sequenze stratigrafiche. Una prima anticipazione offerta ai visitatori del Museo archeologico nazionale di Firenze a pochi giorni dalla presentazione nazionale dei risultati della campagna di scavo di quest’anno.

Non tutti sanno che nella Maremma toscana, e più precisamente a Poggetti Vecchi, sono stati trovati i più antichi manufatti in legno prodotti dall’uomo in Italia, conservatisi per oltre 170mila anni grazie alla presenza di una sorgente di acqua termale che ne ha impedito il deperimento. Assieme a questi straordinari strumenti lignei sono stati rinvenuti anche i resti ossei riferibili a un’intera famiglia di elefanti antichi, enormi pachidermi oggi estinti. Questi incredibili reperti attendono da oltre 10 anni una sede espositiva, ma nel frattempo l’Istituto italiano di preistoria e protostoria insieme al Museo archeologico nazionale di Firenze li sta valorizzando con la mostra temporanea a Firenze “170.000 anni fa a Poggetti Vecchi. I Neanderthal e la sfida del clima”, visitabile fino al 12 gennaio 2025.

Poggetti Vecchi continua a far emergere novità sulle tecnologie utilizzate dai primi Neanderthal in Toscana. Oltre ai bastoni da scavo, oggetto della mostra, sono stati da poco individuati i primi manici in legno per immanicare strumenti in selce, una scoperta che verrà presentata per la prima volta al pubblico durante la conferenza. Strumenti di lavoro realizzati con una nuova, rivoluzionaria tecnologia: l’uso del fuoco come mezzo di lavorazione del legno: un’innovazione che sarebbe divenuta poi essenziale per l’evoluzione umana. Questi reperti rarissimi e delicati sono esposti per la prima volta in anteprima mondiale nella sezione della mostra allestita al Maf miracolosamente conservati grazie a condizioni ambientali stabili e in assenza di ossigeno. Finora questi reperti non erano mai stati in mostra a causa della loro estrema fragilità: l’esposizione nel museo fiorentino è quindi un’occasione speciale – più unica che rara – per riscoprire lo stile di vita dei primi Toscani (Neanderthal) al tempo del cambiamento climatico, prima che i reperti vengano di nuovo messi al sicuro per conservarli in attesa della loro futura musealizzazione definitiva.

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria all’indirizzo man-fi@cultura.gov.it.