“Con il Decreto su immigrazione e sicurezza varato dal governo, Suvignano corre il rischio di tornare in mano alla criminalità organizzata. In attesa del testo definitivo, esprimiamo forte preoccupazione e siamo pronti a unirci, ancora una volta, a tutti i soggetti e le istituzioni che vorranno tutelare questo bene dalle infiltrazioni mafiose a cui è stato sottratto alcuni anni fa”. E’ quanto afferma Serenella Pallecchi, presidente dell’Arci provinciale di Siena dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del Decreto su immigrazione e sicurezza proposto dal Ministro Matteo Salvini (che il 17 agosto visitò la tenuta confiscata alla criminalità organizzata, facendo un bagno nella piscina) e composto da tre titoli dedicati a riforma del diritto d’asilo e della cittadinanza, sicurezza pubblica con prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e amministrazione e gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia.
L’impegno per ridare un futuro a Suvignano. “Cinque anni fa, nel settembre 2013 – continua Serenella Pallecchi – il territorio senese si è mobilitato con una grande manifestazione per scongiurare il pericolo che Suvignano venisse messo all’asta e per evitare la possibilità che la criminalità organizzata tornasse a mettere le mani sul bene confiscato nel 2007. Da allora istituzioni e associazioni, fra cui anche l’Arci, si sono impegnate per promuovere il riutilizzo produttivo e sociale della tenuta nel comune di Monteroni d’Arbia e renderlo un simbolo della legalità democratica in provincia di Siena, oltre che un progetto pilota per il recupero dei beni confiscati alla mafia. Oggi non possiamo permettere che questo percorso si fermi o regredisca”.
Attenzione alta dopo la visita di Salvini. “Il Ministro Salvini – continua Pallecchi – nella sua visita a Suvignano circa tre mesi fa accompagnata da un ‘mediatico’ e inopportuno bagno nella piscina della tenuta, dichiarò che questo Governo avrebbe fatto tutto il possibile per agevolare e snellire l’assegnazione dei beni confiscati alla mafia. Quella visita non ci convinceva allora e ci lascia ancora più perplessi oggi, alla luce del Decreto immigrazione e sicurezza, che sconfessa le parole di tre mesi fa. Di fronte a un testo che apre la strada ad aste su beni e aziende confiscate alla mafia di rilevante interesse socioeconomico – dice ancora Pallecchi – non siamo tranquilli, perchè le mafie tendono sempre a riprendersi le proprie ricchezze e vogliamo lanciare anche un forte grido di allarme, perché le disposizioni contenute nel Decreto, se saranno approvate in questa forma, darebbero un duro colpo a un percorso già avviato su Suvignano e vicino a un esito positivo. L’Arci provinciale di Siena – conclude Pallecchi – continuerà a seguire con attenzione l’evolversi del Decreto, in attesa del testo definitivo, insieme alle istituzioni e a tutti gli altri soggetti che vorranno dare a Suvignano il futuro che merita”.
Periferie. Nel frattempo non si placano le polemiche per il bando “periferie”, per il quale il Comune di Siena aveva ottenuto circa dieci milioni di euro di finanziamento dal governo. E’ ufficiale infatti che le convenzioni relative al Bando Periferie, già firmate, sia sospese e rinviate al 2020. Sono sospesi dunque i progetti relativi alla messa in sicurezza dell’Arbia, casa delle associazioni a Taverne d’Arbia, completamento degli impianti sportivi dell’Asta (sempre a Taverne) e pere di San Miniato, oltre all’ampliamento per l’università degli stranieri e altro. Sull’argomento intervento duro dell’ex sidnaco Bruno Valentini: “Adesso cosa farà il Comune di Siena, insieme all’Anci? Avrà il coraggio di contestare il proprio padrino politico?”.
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