Arci: “Pronti a partecipare al progetto di riutilizzo di Suvignano a fini sociali ed educativi”

“L’Arci provinciale di Siena accoglie in maniera positiva la proposta lanciata dal sindaco di Monteroni d’Arbia e si rende disponibile a far parte di un progetto che coinvolga l’Arci senese, una cooperativa del territorio ed eventuali altri soggetti del Terzo Settore locale, uniti dall’obiettivo di promuovere, accanto alla produzione agricola dei terreni, il riutilizzo a fini sociali ed educativi della tenuta di Suvignano”. E’ quanto afferma Serenella Pallecchi, presidente dell’Arci provinciale di Siena commentando le parole del primo cittadino di Monteroni d’Arbia, Jacopo Armini che, partecipando a un convegno alla manifestazione Terrafutura, a Firenze, ha avanzato l’idea di sbloccare la situazione di stallo che regna sulla tenuta di Suvignano attraverso un progetto di riutilizzo pubblico, condiviso con diversi soggetti espressione del territorio che siano parte attiva accanto agli enti locali.

 

“Suvignano – continua Pallecchi – è il bene più esteso sottratto alla mafia in Toscana, sequestrato nel 1994, confiscato nel 2007 e da allora inutilizzato. Fin dall’inizio, l’Arci provinciale di Siena è stata al fianco del Comune di Monteroni d’Arbia, della Provincia di Siena, della Regione Toscana e di Libera Toscana per sostenere il recupero e il riutilizzo sociale di questa tenuta, sottolineandone il valore dell’educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva. Accanto alla produzione agricola dei terreni dell’azienda, infatti, abbiamo sempre ritenuto fondamentale sviluppare iniziative di valore sociale rivolte alle scuole e alla formazione dei giovani alla legalità, attraverso esperienza come i campi di lavoro, la fattoria didattica e altre attività volte a contrastare ogni forma di sfruttamento e di illegalità. Su queste basi – aggiunge Pallecchi – l’Arci provinciale di Siena è pronto a mettere a disposizione la propria esperienza e le proprie competenze in ambito sociale per collaborare con coloro che vorranno condividere un progetto che, se andrà a buon fine, potrà creare nuovi posti di lavoro e rinvigorire il legame fra l’azienda, il territorio e i suoi abitanti nel segno della cittadinanza attiva”.