Probabilmente tutto cominciò con l’arrivo della “strada ferrata”, anzi, dei primi Gran Tour, oppure con la mostra sul Gotico, sui fondi oro senesi del 1904, fatto sta che la lunga bibliografia delle Guide scritte su Siena e sul Palio, costituiscono un mondo a parte nella lunga storia delle pubblicazioni di casa nostra.
Se proprio dobbiamo trovare un inizio, sempre discutibile, mi piace ritrovarmi al 1906 quando la Tipografia Nuova fece uscire “Il Palio di Siena” ovvero “Notizie storiche sull’origine delle corse con aggiunta la descrizione del Corteo Medievale nel nuovo ordinamento e nei nuovi costumi”. Tutto questo per agilità, sintesi e indicazioni al turista del tempo.
Una lunga strada che ci porta ad oggi: la casa editrice Il Leccio, con il testo curato da Benedetta Landi, offre in questo 2022, anno della ripresa dalla pandemia, tutta la Festa senese in “Il Palio in tasca”, il che già preannuncia il senso della misura, della praticità per dimensioni, la voglia di raccontare in più lingue, il senso di una vita che si trasforma nei giorni fatidici palieschi.
È un percorso reso più facile dalle spiegazioni di certe terminologie tutte senesi, ma che si fanno leggere, ed è questo il merito di questo fresco lavoro editoriale, anche dal contradaiolo più puntiglioso ed attento.
Un cammino quindi in equilibrio, come è doveroso che sia, dalla distinzione per rioni, ai luoghi sacri e profani, all’esplosione dei quattro giorni, ma soprattutto nel difficile racconto di come la passione passa indenne da padre in figlio.
Già nel 1913 Carlo Alberto Cambi Gado aveva messo l’occhio sull’attenzione “dei forestieri” per arrivare ad un linguaggio universale che potesse davvero descrivere quello che c’è dietro la bellezza di un Corteo ed oltre l’accesa rivalità della piazza. Fino al senso pratico di Alberto Tailetti nel dopoguerra, al rigoroso continuo appunto delle guide di Giulio Pepi, il nostro maestro in senso assoluto, agli anni cinquanta di Virgilio Grassi, dove la sintesi è quanto mai vicina ad oggi, al lungo lavoro editoriale dell’Azienda Autonoma del Turismo, ente glorioso che per anni è stato la bandiera delle Guide cartacee.
Ci hanno provato un po’ tutti a misurarsi con le guide paliesche o di Contrada: come non citare l’elegante lavoro sulle sedi di Franco Maria Ricci con alle spalle un “gigante” come Alessandro Falassi, che nel 2001 ha anche curato una Guida di significativo valore, ai lavori della Casa Editrice Betti, fino alle Stagioni del Palio del Leccio del 2013, in una carrellata che ci porta a questa “Il Palio in tasca”, con la capacità di aggiornare sempre regole e soprattutto linguaggi, che si distingue per le sue essenziali sfaccettature, per il modo di porgere il senso di una Festa, anzi, di un’avventura che dura 365 giorni all’anno.
Massimo Biliorsi