“Nulla più mi consola di quest’aria che odora di mosto e di vino” diceva Vincenzo Cardarelli. E anche quest’anno il momento in cui si raccolgono i frutti del lavoro di un intero anno è arrivato. Nelle aziende vinicole la vendemmia è già iniziata (in alcune è anche già finita).
Chissà cosa si prospetta per l’annata 2021? L’andamento climatico è stato caratterizzato da una gelata primaverile, una primavera sostanzialmente fredda, ed un’estate torrida con picchi di calore che in certe zone hanno raggiunto anche i 40°. “Questa che potremmo chiamare la vendemmia del rilancio – ha commentato Ernesto Abbona presidente Unione Italiana Vini- si presenta in un quadro positivo: quantitativi contenuti, che però ci consentono di mantenere il podio mondiale della quantità produttiva, e una qualità tra il buono e l’eccellente, che ci aiuta a proseguire il nostro entusiasmante sviluppo sui mercati internazionali per migliorare ancora le posizioni che avevamo conquistato nel 2019 prima degli stop imposti dalla pandemia”.
In Toscana l’andamento climatico secondo le stime di Assoenologi, Ismea e Uiv per il 2021, comporterà una riduzione delle rese del 25% rispetto al 2020, passando da 2209 migliaia di ettolitri a 1650. Un dato significativo, dunque, che fa presagire una vendemmia non facile, in cui si dovrà far fronte ai non pochi problemi causati dall’elevata gradazione alcolica.
Secondo quanto riporta il Corriere Vinicolo, gli scarsi rendimenti ad ettaro, le temperature di inizio agosto ed i possibili fenomeni di disidratazione sulle uve fanno pensare ad una vendemmia di grande concentrazione, più vocata per la produzione di rossi rispetto a bianchi e rosati. La sfida più difficile da vincere sarà comunque quella sui mercati, dove si prevede un aumento dei prezzi dovuto all’impennata dei costi delle materie prime e alla difficoltà di reperire i container per le spedizioni internazionali.
Stefania Tacconi