Adesso si trova a Torrenieri e si sta muovendo in direzione Buonconvento, per lui sono poco più di 10 chilometri di un viaggio che di chilometri ne conta 2800. Si trova in provincia di Siena il piccolo Romeo Cox, bambino di 10 anni, che ha deciso di mettersi in cammino da Palermo, prendendo la Via Francigena, per andare a visitare la nonna che vive a Londra. “Durante la quarantena mi mancava tantissimo. Stava da sola, e stava poco bene. Così ho deciso di andarla a vedere”, ci dice Romeo che poi aggiunge ” Quando si poteva uscire ho chiesto ai miei genitori di andarla a trovare. Mi hanno detto più volte no, ma alla fine li ho convinti in tanti modi: ho cominciato ad essere buono, fare quello che dicevano, ho promesso di portare con me mio padre, che avremmo seguito le misure anti-covid e rispettato il distanziamento sociale. Loro alla fine hanno detto si”.
Il giovane pellegrino sta affrontando il suo viaggio con il padre e descrive la sua avventura nelle sue pagine Instagram e Facebook che si chiamano Romeo Big Journey. “Abbiamo preso la Via Francigena perché è una strada molta bella e qui tante persone ci hanno aiutato durante il cammino – afferma Romeo-, la Francigena è qualcosa di incredibile per i luoghi dove ti porta, in Italia ed in Europa fino a Canterbury”. Tra i momenti in dimenticabili che Romeo ha vissuto c’è stata la notte “in cui ho dormito sotto le stelle con mio padre nelle campagne fuori Salerno”.
Oltre a poter rivedere nuovamente sua nonna, l’incontro è fissato per la fine dell’estate, l’obiettivo di Romeo è quello di sensibilizzare le persone su temi come la sostenibilità ambientale e sulla solidarietà verso i bisognosi. “Stiamo percorrendo la Via senza usare alcun tipo di motore, ma invece camminiamo, andiamo in bici, usiamo la barca a vela – racconta-. Mio padre e mia madre hanno deciso di avviare una raccolta fondi per due associazioni”. Una di queste è la Onlus React, fondata dalla mamma di Romeo, che si occupa del contrasto alla povertà educativa e di diritti dei rifugiati e migranti. “Alcuni miei coetanei durante il lockdown non avevano wi-fi, pc e tablet, io ho visto il loro disagio nel seguire le lezioni della scuola e quindi ho deciso di raccogliere fondi per aiutarli”.
Marco Crimi