Il Museo civico archeologico e d’arte sacra Palazzo Corboli ha ottenuto il riconoscimento di museo di rilevanza regionale. Lo ha comunicato la Direzione beni culturali della regione Toscana all’Amministrazione comunale, al termine dell’istruttoria per il riconoscimento del titolo avviata dal Comune e dalla direzione del Museo. “Si tratta – spiega il vicesindaco Lucia Angelini con delega alla cultura e al turismo – di uno straordinario riconoscimento alla qualità della nostra offerta museale e che ci pone nelle migliori condizioni di poter valorizzare il nostro patrimonio culturale. Un aspetto che si lega perfettamente con la promozione del territorio, a partire dal binomio cultura turismo per il consolidamento di un prodotto di destinazione sempre più qualificato e incentrato su quell’economia della cultura di cui il nostro territorio è ricco. Un ringraziamento ai nostri uffici area sviluppo economico, turismo, cultura e all’ufficio tecnico per il prezioso lavoro svolto e la collaborazione”.
“È il giusto riconoscimento al lavoro di programmazione che ci ha visti impegnati in questi anni – aggiunge Elisa Rubegni, coordinatrice del Museo –. Siamo riusciti ad elevare gli standard qualitativi del museo e a strutturare in modo più definito i suoi punti di forza. Adesso si apre una fase nuova. La rilevanza regionale, infatti, apre le porte all’accreditamento al Sistema museale nazionale con parametri ancora più stringenti legati alle attività del museo. Una nuova sfida per la quale siamo pronti”.
Il percorso della Sezione di Arte Sacra del Museo di Palazzo Corboli propone le opere dei massimi artisti senesi dal XIII al XVII secolo: si possono ammirare la Nascita della Vergine del Maestro dell’Osservanza, Ambrogio Lorenzetti, e ancora Taddeo di Bartolo, Matteo di Giovanni, Rutilio Manetti, Bernardino Mei e Francesco Nasini, nonché alcune sculture lignee tra cui spiccano quelle di Francesco di Valdambrino e Giovanni Pisano. Si tratta di opere di artisti senesi che celebrano, in “provincia” e a distanza di un secolo, la tradizione della pittura cittadina dei maestri trecenteschi a dimostrazione di un filone di committenze della nascente aristocrazia agraria. Notevole è poi la collezione di oreficerie e arredi liturgici. Un importante nucleo della raccolta museale è costituito inoltre dalle ceramiche medievali e moderne, tra cui spicca l’importante ritrovamento di maioliche arcaiche recuperate da un recente scavo in un pozzo di butto. Tra queste, da segnalare, un boccale in maiolica arcaica, dalla finissima decorazione, che la rende, a tutti gli effetti, un unicum. La Sezione archeologica, invece, accoglie le testimonianze etrusco-romane dell’Alta Valle dell’Ombrone. Sono esposti parte dei ricchi corredi delle necropoli etrusche di Poggio Pinci e del Tumulo del Molinello (Asciano), e della tomba principesca della necropoli del Poggione (Castelnuovo Berardenga) con il suo rarissimo carro etrusco.
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