“Carenza di organico pari ad almeno 230 operatori e quasi un terzo del personale in servizio non operativo al 100%”. Sono alcuni dei dati emersi durante l’incontro tra Asl Toscana Sud Est e Nursind, sindacato autonomo degli infermieri. “I dati sono solo parziali – sottolineano Claudio Cullurà e Valentina Galesi, responsabili territoriali Nursind per le province di Arezzo, Siena e Grosseto – ma registriamo una prima apertura da parte dell’azienda sanitaria. Adesso c’è da lavorare per porre in atto gli opportuni correttivi: non possiamo revocare lo stato di agitazione”.
“Circa il 18% dei dipendenti (1.269 su 7.200) – continuano Cullurà e Galesi – beneficia della legge 104, che consente di usufruire di tre giorni di assenza al mese. A questi si aggiungono coloro che beneficiano della legge 151, a cui vengono riconosciute le stesse condizioni per un periodo che può raggiungere due anni. Ricordiamo che questi sono diritti dei lavoratori, ma le relative assenze vanno ovviamente ad aumentare i carichi di lavoro sul restante personale”.
“L’azienda non ci ha fornito i dati sugli operatori con limitazioni funzionali – aggiungono i responsabili Nursind – per questioni di privacy. Ma un paio d’anni fa i numeri furono comunicati e si stimava che quasi un operatore su due (46%) avesse problemi di natura fisica”.
“Ci sono poi 517 maternità attive, pari al 7% del personale dell’Asl Toscana Sud Est, mentre il 5% dei dipendenti lavora part time (355 unità). Infine ci sono le malattie superiori a 90 giorni, che coinvolgono dell’1% dell’organico. Non si fa riferimento però a tutte le assenze di lungo periodo, inferiori ai 90 giorni”.
“Complessivamente il 31% del personale non è pienamente operativo – fa notare Cullurà – e parliamo già di un organico carente. Sono dati preoccupanti: i vertici aziendali non hanno avanzato alcuna proposta per apportare i correttivi ai rilievi specifici mossi da Nursind. Non possiamo pertanto revocare lo stato di agitazione, che per il momento rimane solo sospeso”.