
Avrebbe dovuto trovare la sua sistemazione nelle vie di Siena, abbellendo la sistemazione pubblica dentro la mura. Ma l’opera realizzata da Francesco Carone per il progetto Assistere il buio (link qui) è ospitata a palazzo Chigi Zondadari, insieme alla realizzazione di un altro artista, Flavio Favelli.
La commissione tecnica mista tra Soprintendenza e Comune infatti non avrebbe concesso l’autorizzazione a posizionare la nuova lanterna in una delle aree dei territori delle diciassette contrade. Il no sarebbe arrivato indicativamente poco più di due settimane prima di quella che era la prima data per l’inaugurazione del progetto, che doveva essere il 24 aprile ma che è stato rinviata a stamani a causa della scomparsa di Papa Francesco.
“Il mio lavoro – esordisce Carone-, sfortunatamente, non è mai stato installato dove avrebbe dovuto essere. L’opera rappresentava semplicemente un uomo e una donna nudi, solo le sagome, ispirate a un’incisione dei primi del Novecento: un uomo in ginocchio osserva una donna che, con espressione beffarda, lo guarda a sua volta. Alle spalle della donna era nascosto — o meglio, sarebbe dovuto esserci — un cannocchiale puntato verso il cielo. L’idea era quella di giocare sul concetto del non fermarsi alle apparenze, di andare oltre lo sguardo immediato. Oppure, in modo ancora più semplice, di passare dal piccolo al grande: dall’immagine della donna — simbolo dell’amore — fino alle stelle”, continua.
Per Carone si trattava di un messaggio: “messaggio puramente poetico. Non ho compreso perché si sia voluto leggere in esso un contenuto polemico o provocatorio. In fondo è stata, di fatto, una forma di censura – conclude-. Ed è curioso che nel 2025 si arrivi ancora a censurare due sagome nude di uomo e donna che si guardano. Soprattutto se, dietro, non c’è nulla di scandaloso, ma soltanto un invito poetico a guardare più in alto”.