Tra i cacciatori di Siena sta facendo discutere quella che sarebbe l’ultima proposta dell’Atc Siena 3 Nord(anche se per ora non c’è di niente di ufficiale): chiedere ai selecontrollori (chi fa la caccia di contenimento, come previsto dai piani del controllo numerico della fauna) un contributo volontario che può variare a seconda delle categorie di ungulati cacciabili presenti nei vari distretti in cui si divide l’associazione.
“Dovremo pagare 10 euro per ungulato”, sottolinea il presidente del distretto Atc delle Crete Ovest(che comprende comuni come Monteroni e Buonconvento) Franco Vannoni. “Non sappiamo più quali sono i diritti e i doveri nella caccia – attacca – . Sembra che la nuova proposta dell’Ambito serva per fare aumentare la fauna nei nostri territori, ma non ci risulta che caprioli, daini e cinghiali siano animali in via d’estinzione”. Vannoni parla anche a nome dei vari cacciatori che sono pensionati e che costituiscono una folta schiera nel gruppo dei selecontrollori senesi: “Siamo quelli che mandano avanti i distretti, facciamo il 70% di quanto è previsto nel piano d’abbattimento – rivendica-. Se smettessimo noi le Atc e le associazioni venatorie dovrebbero chiudere”.
Infine la controproposta. “Perché non facciamo pagare chi viene da altre città a cacciare, oppure perché non redistribuire più equamente le spese tra chi ha più distretti e chi ne ha solo uno?”, conclude.
Fanno da eco alle parole del presidente del distretto quelle di un altro gruppo di cacciatori che si concentrano sull’argomento del contributo da versare all’Ambito. “E’ volontario-spiegano-. Ci sembra quantomeno inopportuno , se non addirittura contrario alle norme giuridiche ch, in caso di mancato pagamento, l’Atc si attivi con procedimenti punitivi radicali come l’esclusione dalla caccia di selezione ed il blocco momentaneo dell’iscrizione al distretto”.
Il presidente dell’Atc Siena 3 Nord Roberto Vivarelli interviene: “la materia è solo in fase di approfondimento, stiamo studiando. Non c’è nessuna delibera al riguardo”, Vivarelli aggiunge: “lo scorso anno sono stati abbattuti oltre 2mila caprioli, 550 daini, 180 cervi. Abbiamo attivi 5 centri di sosta dove il cacciatore può portare gli animali a ditte che ritirano gli ungulati. Daini e cervo hanno un valore alto, non so se chi protesta sa quanto sono gli introiti”, il presidente dell’Atc è più specifico: “per un daino adulto si arriva a 600-800 euro, per un cervo si supera i mille euro. Sono bei ricavi alla fine”.
“Stiamo parlando di un aumento leggero del contributo e visti gli introiti non mi sembra un problema – continua Vivarelli-. Queste persone sono malinformate: noi non abbiamo deciso nulla”. Vivarelli conclude: “Le eventuali entrate andranno per fare prevenzione dai danni fatti da questi animali e per fare riequilibrio faunistico di fagiani, lepri ed altri animali”.