Ieri, domenica 25 ottobre 2020, proprio mentre Sua Eccellenza Augusto Paolo Lojudice stava celebrando le cresime in San Francesco, le cresime della parrocchia della Madonna di Provenzano, viene nominato, durante l’Angelus, da papa Francesco, cardinale. Erano esattamente 219 anni che questo non succedeva. Molti uomini di spessore, che erano stati arcivescovi della nostra città, hanno poi ricevuto la porpora cardinalizia, ma non mentre erano, diciamo, nell’esercizio delle loro funzioni.
L’ultimo era stato Anton Felice Chigi Zondadari (attenzione, in quella famiglia sono un monte: non l’omonimo, anche lui cardinale nato nel 1665 e sepolto nella chiesa di San Giorgio), ma il nipote, nato in questa città nel 1740. Anton Felice Chigi Zondadari (junior) ha assunto all’interno della Curia romana vari e importanti incarichi come la nomina, nel 1786, a Nunzio Apostolico a Bruxelles, in quelli che all’epoca si chiamavano Paesi Bassi Austriaci (così detti per distinguerli dai Paesi Bassi Spagnoli, divisione creatasi nel 1713 con il trattato di Utrecht), anche se ne viene espulso per volontà dell’imperatore Giuseppe II l’anno successivo, in quanto sospettato di aver appoggiato la Rivoluzione del Brabante. Tornato in Italia, Chigi Zondadari viene nominato arcivescovo di Siena il 1° giugno del 1795 e in questa veste riceve in città papa Pio VI, fuggito da Roma dalla quale era stato espulso dai rivoluzionari filogiacobini.
Anton Felice Chigi Zondadari viene nominato cardinale da Pio VII proprio mentre è arcivescovo della nostra città (carica che terrà fino alla sua morte) durante il concistoro del 23 febbraio 1801 e la nomina viene pubblicata nel concistoro del 28 settembre. Il 23 dicembre, infine, riceve la berretta cardinalizia e il titolo di Santa Balbina.
Tra le varie azioni compiute durante il suo ministero senese si rimanda ad Anton Felice Zondadari la fondazione della Congregazione della Pietà che aveva tra i suoi scopi principali il togliere dalle strade i mendicanti, risparmiando loro l’umiliazione del chiedere, e dare a loro e ai fanciulli, nel Ricovero di Mendicità, un luogo dove trovare rifugio, cibo ma anche istruzione nella religione e nelle arti.
Il granduca di Toscana, Ferdinando III, nel 1801 lo decora della Gran Croce di San Giuseppe e Napoleone Bonaparte lo vuole come cappellano della sorella Elisa, sovrana di Lucca e Piombino. Il cardinale Zondadari, del resto, fu tra i pochi suoi pari (14 in tutto) ammessi dallo stesso Napoleone alla sua cerimonia di nozze con Maria Luisa d’Austria, funzione che si tenne al Louvre, il 2 aprile 1810.
Anton Felice Chigi Zondadari muore in maniera improvvisa, a Siena, il 13 aprile del 1823 e la sua salma è tumulata in Cattedrale.
Ed ora, dopo esserci persi nei precedenti storici, ecco che a poco più di un anno dal suo arrivo alla guida della nostra diocesi una personalità semplice, umile, disponibile, ma al tempo stesso decisa e dalle idee ben chiare tanto da aver già dato la sua impronta la nostro territorio, Monsignor Augusto Paolo Lojudice, viene elevato allo stesso rango mentre è, anche lui, nell’esercizio delle sue funzioni. Buon lavoro, dunque, per noi è un onore, dopo oltre duecento anni, avere di nuovo un cardinale arcivescovo di Siena che, per fortuna, continuerà a lavorare e a guidare la nostra città e la sua diocesi.
Maura Martellucci