Per il Peruzzi non è tempo di celebrazioni. Piuttosto di dimenticanze o di abbandoni. Non sono ancora trascorsi 500 anni (solo 490!) dall’estate in cui Peruzzi, in fuga dal sacco di Roma e derubato di ogni avere presso Porto Ercole, fece ritorno a Siena “in camicia”. Allora Siena lo accolse e gli rese onore. Leggiamo, infatti, che “i concittadini Girolamo Massaini e Filippo Sergardi pagarono un pegno di 50 scudi per la sua liberazione; a seguito di una petizione pubblica, il 10 luglio 1527 fu contemporaneamente nominato architetto della Repubblica e architetto dell’Opera del duomo con uno stipendio di 30 scudi annui, e inoltre nominato docente di architettura nei confronti di «omnes querentes et volentes», con un compenso di 60 scudi annui (21 agosto 1527, in Milanesi, III, 1856, pp. 100 s.)”-
Sorte diversa la città pare riservargli ai nostri giorni. I baluardi di Porta Laterina, di Porta Pispini, ed anche quello detto delle Donne Senesi presso Porta Camollia, appaiono lontani se non fisicamente, certo sotto il profilo dell’attenzione e della cura. Particolarmente i primi due, oggi aggrediti da rampicanti e privati, da ormai troppi anni, di interventi.
Il baluardo di Porta Pispini, poi, risulta essere stato messo in vendita dal Ministero della Difesa, rientrando nell’antico complesso Santa Chiara, considerato dismesso e destinato ad “alienazione nelle forme ritenute più vantaggiose dall’Amministrazione della Difesa” (vedi risposta ad interrogazione n.5 – 10148, 31 marzo 2017).
Come non stupirsi? Si tratta di un bene considerato inalienabile dal Demanio e soggetto a notifica per le sue caratteristiche storico-architettoniche, nonché bene tutelato dall’ Unesco – Ricordiamo: che il Santa Chiara è un ex convento vallombrosano del XIII secolo; che dal 1556 fu convento delle Clarisse fino alla soppressione napoleonica; che dall’Unità d’Italia fino al 1995 è stato sede del XII Distretto Militare; che ricomprende il monumentale fortino del Peruzzi ed un chiostro del tardo Cinquecento, per non dire del resto: area archeologica, piccolo parco, zona verde ex cimitero conventuale, sotterranei, foresteria, rimessaggi, appartamenti, due ingressi… Il tutto circondato dalla cinta muraria di Siena.
Per di più, un ministro ha annullato la pratica di trasferimento della sede dei Carabinieri al Santa Chiara, frutto di un precedente accordo tra Prefetto-Questura-Comandante della Folgore-Comandante dell’Arma dei Carabinieri e Generale Comandante del XII Distretto Militare. E si consideri che i Carabinieri hanno versato cifre enormi ai privati proprietari degli immobili di Via Bracci e di Piazza San Francesco e che a tali spese vanno aggiunte quelle per l’acquisto della ex Filiale della Banca d’Italia (6milioni di euro?) e per la trasformazione in caserma di tale edificio, di dubbia idoneità a tale destinazione e volumi.
Considerazioni: È giusto abbandonare all’incuria i baluardi del Peruzzi? È giustificato alienare il baluardo di Porta Pispini, insieme con il Santa Chiara? Non è preferibile custodire i baluardi e garantire alla città di Siena la fruizione degli spazi storici del Santa Chiara?
Oliviero Appolloni