Il piano di ristrutturazione è stato approvato, Banca Mps si prepara a dare una svolta dopo anni grigi. Tuttavia le Segreterie territoriali Confederali CGIL, CISL, UIL e di Categoria FISAC CGIL, FIRST CISL, UILCA UIL, esprimono timori legati all’occupazione e alle conseguenti ricadute sul territorio.
“All’indomani della presentazione del Piano di Ristrutturazione del Gruppo MPS riteniamo sia necessario esprimere alcune osservazioni in merito alle ricadute sul personale e sul territorio senese – si legge nella nota inviata in maniera congiunta di sindacati -. Pur consapevoli del difficile percorso che il Gruppo MPS dovrà intraprendere per ottenere risultati qualitativi di redditività, ci preme ricordare come il territorio abbia già pagato negli ultimi anni un prezzo altissimo in termini di occupazione e presidio a sostegno del tessuto economico.
I livelli occupazionali hanno infatti subito su Siena una pesante flessione, sia per quanto riguarda gli occupati diretti che indiretti a causa di un impoverimento collettivo che a cascata ha coinvolto non solo gli appartenenti al settore ma anche coloro che beneficiavano dell’indotto.
Per questo è necessario che la Banca mantenga il suo forte legame con il territorio in termini di centri decisionali e sostegno all’economia locale.
Il piano di ristrutturazione approntato dall’AD, che prevede tra l’altro ulteriori sacrifici che vanno ad aggiungersi a quelli già affrontati negli ultimi anni dai lavoratori, non può essere incentrato esclusivamente sul taglio dei costi ma deve contenere elementi di rilancio economico che consentano di mantenere il ruolo strategico della Banca nel territorio.
L’auspicio dunque è che si vada verso una sana collaborazione tra tutti i soggetti, istituzionali e non solo, per non disperdere ulteriore valore in merito al futuro del nostro mondo sociale, culturale ed economico.
E’ ovvio che tale auspicio debba diventare patrimonio comune per coloro che hanno il compito di rappresentare gli interessi della nostra comunità, già orfana, purtroppo, di una Fondazione (originata proprio dalla Banca) che sosteneva il sociale in maniera diretta e costante, spesso sostituendo uno Stato che ha imposto tagli pesanti proprio agli enti locali”.
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