Imputazione coatta per Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente ex presidente ed ex amministratore delegato di Mps, nella nuova tranche di indagine con al centro presunte operazioni finanziarie irregolari. La Procura aveva chiesto l’archiviazione ma il giudice ha disposto che i Pm dovranno formulare la richiesta di rinvio a giudizio per Profumo, Viola e Paolo Salvadori, ex presidente del Collegio sindacale di Monte dei Paschi di Siena. Il Gip di Milano Livio Cristofano ha disposto che i Pm formulino la richiesta di rinvio a giudizio (in vista dell’udienza preliminare) per Profumo, indicato come prossimo amministratore delegato di Leonardo, Viola, ora ad della Banca Popolare di Vicenza, e per Salvadori, tutti accusati di falso in bilancio e aggiotaggio.
Disposta, invece, l’archiviazione, come chiesto dalla Procura, per sette persone tra cui anche gli ex vertici di Rocca Salimbeni Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, già a processo a Milano, assieme ad altri imputati, per la gestione di Mps. Lo scorso settembre, i Pm Stefano Civardi, Giordano Baggio e Mauro Clerici, coordinati dal Procuratore Francesco Greco, poco più di un mese dopo la trasmissione degli atti del nuovo filone da Siena, avevano chiesto l’archiviazione per Viola, Profumo e altri 8 finiti indagati nella tranche d’indagine su una presunta non corretta contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria, operazioni strutturate la prima con Deutsche Bank e la seconda con Nomura.
All’istanza dei Pm, ma solo per Viola e Profumo, si erano, però, opposti il Codacons, l’ingegner Giuseppe Bivona e altri piccoli azionisti come lui. Da qui l’udienza di discussione, lo scorso 15 marzo, che si è svolta davanti al Gip Cristofano che oggi ha depositato la sua decisione. Il giudice, disponendo l’imputazione coatta per gli ex vertici di Mps che presero il posto di Mussari e Vigni, ha valorizzato, da quanto si è saputo, una consulenza tecnica disposta dal Sostituto Procuratore generale Felice Isnardi che ha deciso di effettuare approfondimenti investigativi (come prevede la legge) sulla presunta responsabilità amministrativa di Banca Mps, la cui posizione di indagata era stata, invece, archiviata dai Pm. Una nuova consulenza che è servita, in particolare, per accertare quale impatto avrebbe avuto la contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria sui bilanci di Mps, dal 2012 fino alla semestrale del 2015, se l’operazione fosse stata effettuata «a saldi chiusi» anziché «a saldi aperti» come è avvenuto.
(fonte: Ansa – C.L.)
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