Doveva essere la nuova casa per le start up senesi, un’opportunità per giovani che hanno voglia di fare, ma invece si sta trasformando in un’occasione sprecata per tutti. Per alcuni dei vincitori del bando per l’insediamento di imprese nella start up house “Ex mercato rionale di Camollia”(leggi qui), progetto, nato negli ultimi mesi dell’amministrazione Valentini che prevedeva la realizzazione di più spazi da destinare a ufficio per sedi di nuove società, invece è una delusione immensa. Dopo oltre un anno, fanno sapere, infatti il loro progetto ancora non è potuto partire. “La cosa che vorrei emergesse è che l’avviso doveva coadiuvare la nascita e lo sviluppo di imprese giovanili a Siena. Invece ha sortito l’effetto contrario scoraggiandoci e facendoci rinunciare viste le difficoltà”.
A parlare è Giuseppe di Pasquale, a capo di una delle tre aziende che si sarebbe dovuta trasferire in Camollia. La sua start-up si sarebbe dovuta occupare di promozione e di turismo. A luglio 2018 la vittoria del bando doveva essere il punto di partenza per poter coronare il suo sogno ma tredici mesi dopo, il sogno si è ormai trasformato in una triste realtà . “C’era un accordo per un utilizzo in concordato d’uso dei locali che sarebbe durato un anno. La nostra permanenza sarebbe durata da agosto 2018 a agosto 2019 – ci dice Giuseppe -. Il problema è che non è mai stato firmato un contratto, non c’è niente. Io ho intenzione di abbandonare il mio progetto, non posso continuare così. Ho trovato un nuovo lavoro. La mia azienda guadagnava bene però è stata sabotata. Dentro il Mercato ho un ufficio che non posso utilizzare”.
Ma i problemi non fermano solamente ai contratti. “Il Comune selezionerà i soggetti da insediare negli spazi disponibili, che dispongono già di impianto elettrico, illuminazione e riscaldamento, accesso internet, sala riunioni e servizi igienici”. Così recitava l’annuncio dell’avviso, già a novembre però gli startuppers avevano denunciato l’inagibilità dei locali . “Sono passati 10 mesi e hanno portato via un solo armadio. In una riunione di qualche settimana fa ci hanno detto che le cose si sarebbero velocizzate, che la giunta avrebbe finanziato i lavori che ancora non sono stati fatti – continua Giuseppe-. Due, tre settimane fa hanno pulito il pavimento ma i lucernari del tetto ancora non sono stati sostituiti. Non ci sono insegne, non ci sono nomi, non c’è nulla”.
“Avevo scelto questo posto perchè era bello e veniva valorizzato – conclude Giuseppe-. C’era l’appoggio del Comune su cui contare e con cui io intendevo collaborare a 360 gradi. Io non ho ancora aperto la mia agenzia, non l’ho mai fondata, lavoro ancora a nome mio. Ho solamente collezionato brutte figure. Volevo aiutare non solo i turisti ma anche gli studenti della Chigiana, i fuorisede al primo anno dell’università, chi viene qui a lavorare alla Gsk, persone che non conoscono bene Siena. Avevo già dei collaboratori ma sono passati tredici mesi e non ho potuto fare nulla”.
Marco Crimi