Alla scoperta di Bartlex, start up che nel 2016 ha lanciato un innovativo sistema per facilitare lo scambio di videogiochi fra gli appassionati. Fra gli autori del progetto anche due giovani studenti di Siena, Tommaso Baglioni e Francesco Bindi
Fin dal momento della loro apparizione nei mercati di tutto il mondo, i videogiochi hanno diviso l’opinione pubblica. Tutto e il contrario di tutto è stato detto dei videogames, ma nessuno ha mai obiettato sull’aspetto economico: videogiocare costa. Soprattutto per le tasche dei più giovani. “È così che è nata l’idea di Bartlex”, spiega Francesco Bindi, 25 anni, studente di giurisprudenza all’Università di Siena e membro del team Bartlex. “Alla base del nostro progetto c’è il tentativo di promuovere lo scambio di videogiochi a prezzi più bassi rispetto ai canali tradizionali”. Con lui anche Tommaso Baglioni, 22 anni, senese, laureato alla Bocconi di Milano. Completano il team Filippo Baglioni, Leonardo Arrighi e Marco Esposito. Bartlex – online da maggio 2016 – è utilizzato da circa 6000 utenti che hanno realizzato fino ad oggi oltre 2300 scambi, e sembra destinato a crescere ancora.
Francesco, come nasce Bartlex?
“L’idea è nata agli inizi del 2015 da Tommaso (Baglioni, ndr), che ha trovato subito il mio appoggio e quello degli altri ragazzi del team. Noi due, infatti, siamo i videogiocatori assidui del gruppo. La nostra intenzione era quella di ovviare ad un problema, rappresentato dal costo dei videogiochi: basti pensare che il prezzo di un titolo nuovo per consolle si aggira intorno ai 70 euro. E anche sul mercato dell’usato le cose non vanno meglio, sia che si decida di utilizzare canali di vendita fra privati come Subito.it o che ci si rechi presso un centro Gamestop. Nel primo caso devi impiegare diverso tempo prima di trovare l’offerta giusta cercando fra gli annunci, oltre che essere esposto al rischio di subire truffe e ricevere giochi danneggiati. Nel secondo caso, invece, i negozi delle grandi catene svalutano l’usato per poi applicare una forte speculazione al momento in cui lo mettono nuovamente in vendita, rendendolo poco conveniente per i gamers“.
Come funziona il sito?
“L’utente si iscrive compilando un modulo online con i propri dati personali e indica dove vuole ricevere i videogiochi che acquisterà . Ogni volta che un iscritto invia una richiesta per un determinato titolo, il sistema lo assegna al primo utente disponibile che ha messo in vendita il gioco. Da quel momento i due hanno quattro giorni di tempo per portare a termine la transazione. Tutti gli scambi vengono effettuati attraverso una moneta virtuale, i Bix, e ad ogni videogioco viene attribuito un valore che va dai 4 ai 35 Bix. Il metodo principale per accumulare moneta virtuale, necessaria ad acquistare i giochi, consiste nel venderne altri. In più, proprio da pochissimi giorni abbiamo introdotto l’acquisto di moneta virtuale dietro pagamento con moneta reale. Gli utenti potranno così compensare i crediti mancanti per l’acquisto di un videogame pagando la differenza in euro”.
Quanto si risparmia?
“Abbiamo calcolato che con il nostro sistema il risparmio medio è di circa 20 euro rispetto ai canali di acquisto tradizionali”.
Si parla molto di voi sui social e sul web in generale. Qual è il segreto?
“Tutto è partito da un follower della pagina Facebook Dr Commodore (che prende il nome dal Commodore 64, considerato il computer più venduto nella storia dell’informatica, ndr), che è stato uno dei primi 50 ad iscriversi al nostro sito. Subito dopo aver ricevuto il pacco ha postato sui social la foto del nuovo acquisto, pubblicizzando la cosa. Da lì è nato un passaparola spontaneo, che ancora oggi cresce principalmente grazie alle persone che si consigliano il sito a vicenda”.
Dal punto di vista personale, quanto essere coinvolti in questo progetto ha cambiato le vostre vite?
“Come per tutte le start up, anche la nostra è una grande scommessa. È un progetto molto impegnativo che ci impegna a tempo pieno, anche perché per il momento stiamo andando avanti soltanto grazie alle nostre risorse. Per quanto mi riguarda, questo progetto ha decisamente cambiato la mia quotidianità : in particolare adesso gioco molto meno di prima perché non ho più molto tempo libero, nonostante a casa abbia una pila di videogiochi che mi aspettano (ride, ndr). Mi ha anche rallentato nel percorso universitario, ma questo lo avevo preventivato. Adesso sono concentrato su Bartlex, senza che comunque questo significhi abbandonare gli studi, e la stessa cosa hanno fatto Tommaso e Leonardo. Filippo e Marco, invece, si fanno in quattro perché hanno anche un altro lavoro, ma sono tutte persone molto organizzate”.
A causa delle truffe che certe volte si nascondono sul web, alcune persone sono riluttanti ad acquistare online. Che tipo di tutela offrite agli utenti sotto questo punto di vista?
“Possiamo dire che i nostro è un sistema che si protegge da solo. Incrociando le dita, non abbiamo mai ricevuto segnalazioni di truffe di alcun genere. Nessuno ha ancora deciso di spedire un pacco con un mattone all’interno (ride, ndr). Dal momento in cui la spedizione è sempre a carico del venditore, chi volesse spedire un pacco vuoto dovrebbe comunque pagare il corriere e perdere del tempo per organizzare la spedizione. Crediamo che questo sia un buon deterrente che scoraggi i potenziali truffatori, anche se naturalmente non esiste un sistema che azzeri il rischio. Il nostro modello di scambio si basa sulla fiducia fra gli utenti, e il nostro obiettivo è anche quello di creare una comunità di appassionati uniti e coesi”.
E nel caso in cui, nonostante tutte le precauzioni del caso, dovesse verificarsene una?
“In quel caso contatteremmo subito gli interessati per avere delle spiegazioni. Dopo aver verificato la situazione procederemmo con il rimborso totale dell’utente truffato, riaccreditando sul suo account i Bix spesi per il gioco non funzionante. L’eventuale truffatore verrebbe immediatamente bannato, impedendogli di iscriversi nuovamente e anche soltanto accedere al sito”.
In un mercato, quello dei videogiochi, che va sempre più verso il digitale, quali sono le vostre aspettative per il futuro?
“Sicuramente il mondo dei videogiochi si sta muovendo verso il digitale. È importante, però, fare una distinzione fra pc e consolle. Nel primo caso ci sono ormai diverse piattaforme – una su tutti Steam – che permettono di ottenere le chiavi digitali dei giochi a prezzi molto bassi. Per Play Station e Xbox, invece, i prezzi delle copie virtuali non sono ancora così vantaggiosi. Quindi, a meno che non si riesca ad approfittare di offerte temporanee particolarmente allettanti, in molti preferiscono ancora acquistare gli scatolati, considerando anche che conservano un valore all’interno del mercato dell’usato. Un altro problema è rappresentato dal fatto che le consolle attuali hanno delle memorie che permettono di contenere soltanto un numero piuttosto limitato di giochi. Inoltre, non è da sottovalutare anche la lentezza delle connessioni internet di cui dispone la gran parte degli italiani. Ad ogni modo, noi non staremo fermi a guardare: abbiamo in mente di espandere i nostri orizzonti al di là del mondo dei videogiochi”.
A cosa state pensando precisamente?
“Ci stiamo organizzando per introdurre sul nostro portale la possibilità di scambiare altre categorie di beni. Saranno prodotti in un certo senso simili, che non perdano eccessivamente valore nel tempo e possano essere scambiati facilmente l’uno con l’altro. Non resta che aspettare i prossimi mesi per scoprire di cosa si tratta!”.
Giulio Mecattini