Basta con la caccia alle streghe, mai come ora siamo tutti uguali

A sentire l’audio che gira su whatsapp da qualche giorno, ci si rende conto di quanto siamo privi di sensibilità e di rispetto nei confronti degli altri.
A parlare è la donna risultata positiva al coronavirus, che – giustamente offesa e parecchio incazzata – racconta cosa stia succedendo in questi giorni a lei e alla sua famiglia.
E siamo a Siena, dimensioni tanto perfette per la qualità della vita quanto scomode per averla, una vita. Che non sia interesse di tutti.

La caccia alle streghe si è scatenata in poche ore, al solito supportata dalle chat, dai social, foto nei gruppi whatsapp: “Ah ma guarda chi sono!” “Ah le conosco!” e via, indifferentemente ma cercando di sapere molto di più su ciò che sta succedendo nella vita delle persone in quarantena (che poi, se ancora qualcuno non lo avesse capito, in quarantena ci siamo tutti).

E mentre a Siena va in scena il pettegolezzo che è essenza della nostra città, in provincia, magari nei centri più piccoli, si scatena davvero l’ira del popolo contro quanti sono risultati positivi ai tamponi. Ci sono arrivate testimonianze da più parti che raccontano l’assurda reazione di fronte a chi non ha nessuna colpa. Come se qualcuno ci offendesse pesantemente, rendendoci la vita impossibile, perché abbiamo preso l’influenza.
Ci sono persone che, oltre a dover affrontare il problema del virus, devono vedersela anche con gli insulti – molto pesanti – che arrivano da compaesani. Roba da far accapponare la pelle. E allora anche l’Asl Toscana Sud Est ha deciso comunicare nei dati ufficiali solo la provincia di residenza dei casi positivi.
Anche la comunicazione istituzionale cede di fronte alla piccolezza dell’animo umano.

Lascia senza parole ma sicuramente con tanto sdegno, questo atteggiamento, quello di voler puntare il dito contro “l’untore” come se qualcuno avesse colpa di essere stato colpito da qualcosa di invisibile e, sempre più verosimilmente, tignoso anche negli ambienti e non solo nel nostro organismo.

Quindi, a tutti quelli che credono di essere più furbi degli altri, sprezzanti del pericolo e soprattutto delle regole (basti pensare oggi a Firenze, alle Cascine, il pieno di gente come se niente fosse),a tutti quelli che assaltano i supermercati o improvvisamente devono prepararsi per le olimpiadi, va spiegato ancora una volta che si deve stare a casa, che si deve igienizzare gli ambienti perché questo virus infame vive fino ad alcuni giorni anche sulle superfici e che a non rispettare le norme si rischia seriamente di ammalarsi. E siccome il virus è davvero stronzissimo, ci si può ammalare comunque. Mettendoci al pari di quelli che abbiamo guardato male o abbiamo insultato perché positivi ai tamponi. Forse è il caso di non farsi ulteriormente male tra di noi, dato che è già determinato lui, covid-19, a farci male. Mai come adesso siamo tutti uguali, davvero. E mai come adesso è bene stare a casa in un noiosissimo divano con pranzi e cene noiosi e film e libri altrettanto noiosi. Capirai, nemmeno vi avessero detto di andare in trincea. Pensate a chi c’è davvero in trincea, ogni giorno e c’è per tutti noi.

Buona serata

Katiuscia Vaselli