Termina oggi la prima edizione della manifestazione Be.Come presso lo splendido scenario del Museo del Santa Maria della Scala a Siena. Dedicato alle eccellenze del vino italiano, l’evento si è aperto domenica 23 ottobre con i saluti del Sindaco Luigi De Mossi ed ha il titolo “Understanding present to reshape the future” (capire il presente per ridefinire il futuro). Lo scopo nell’idea degli inventori del progetto è quello di portare le eccellenze del vino italiano a diventare un “oggetto aspirazionale, un bene finanziario”, come ha commentato Alessandra Montana di Allemeuse.
Per capire come ciò possa avvenire, è stato spiegato nelle numerose sessioni di discussione cui hanno preso parte a fianco di esperti di livello internazionale di enogastronomia, anche esperti di life-style, di investimenti nel settore del vino, di digitale, di metaverso e di collezionismo. Interessantissime le sessioni di degustazioni coordinate e condotte da Gabriele Gorelli il primo Master of Wine italiano accanto ad altri nomi prestigiosi della critica del vino internazionale come Justin Knock Master of Wine (Oeno Group), Wojcieck Bonkowski, Danielle Callegari (critica del vino italiano per la rivista americana Wine Enthusiast). Durante le masterclass è stato possibile assaggiare bottiglie, pregiatissime guidati in forma di dibattito dai relatori coordinati da Gabriele Gorelli alla scoperta di nuovi territori e curiosità di realtà vinicole non solo italiane. Be.come tra le mura di una città molto tradizionale ha ridefinito sostanzialmente anche il modo di concepire gli eventi del vino. Scordatevi il classico banchetto di degustazione!
Nell’area dedicata all’incontro dei produttori, ci si trova in un salotto esclusivo tra opere d’arte, dove il visitatore si trova a relazionarsi intimamente con il produttore, a degustare e conoscere la storia dei vini. “Questo evento – spiega Gabriele Gorelli- nasce l’anno scorso in un’edizione che può essere definita edizione 0, relativa alla capacità dei Super Tuscans, vini nati come rivoluzionari, che sono diventati poi dei classici. È un’evoluzione, appunto “Become”, che voleva essere codificata in questo evento. Quest’anno abbiamo allargato la platea delle aziende che intervengono in formula club”. Si è parlato molto di metaverso e realtà aumentata, scenari verso i quali ci stiamo muovendo; tuttavia, Gorelli si augura che la vera degustazione non venga sostituita dalla realtà aumentata, “perché il vino è relazione – ha concluso -. La bellezza di essere in queste stanze, il sentire l’energia di queste stanze già pone la conversazione su un diverso livello. Farlo a distanza e non messi in un certo contesto, sicuramente sarebbe non legittimante per quanto il vino ha da raccontare”.
Stefania Tacconi