
Una settantina di sedie sono state fornite dalla contrada della Chiocciola per i lavoratori senesi di Beko in presidio fuori dai cancelli dell0 stabilimento di viale Toselli. “Non ci vedo nulla di eccezionale, siamo vicini a queste situazioni – ha detto il priore Marco Grandi – . Ci sono 200 persone che rischiano il proprio posto, anche nostri contradaioli. Quindi credo che sia normale supportare chi difende un minimo diritto, previsto in Costituzione: lavorare per mantenere la propria famiglia. Tutta Siena sostiene queste famiglie nella vertenza. E dunque perché non prestare semplici sedie?”. Prima gli operai avevano deciso di restituire ‘simbolicamente’ alla multinazionale sia le sedie – Beko le avrebbe richieste indietro – utilizzate al presidio stesso che il proprio vestiario. L’azienda turca infatti avrebbe inibito ai dipendenti di rientrare, durante le fasi della mobilitazione, all’interno della fabbrica (e più nello specifico nelle stanze adiacenti al cancello di ingresso). I lavoratori in realtà accedevano in queste aree solo per poter prendere semplici beni da consumare durante il presidio tenuto all’esterno dell’impianto. Tra le parti dunque c’è stato l’ennesimo irrigidimento e, con la tensione alle stelle, è stata presa la scelta di dare indietro sia gli indumenti che le sedie, che sono stati appoggiati nell’inferriata all’entrata della fabbrica.
MC